Il Veneto dice no ai cani alla catena
13 giugno 2014
2 min

Il Veneto dice no ai cani alla catena

Approvata dal Consiglio regionale veneto una legge che vieta di tenere gli animali d’affezione alla corda o alla catena, salvo che per ragioni sanitarie o di sicurezza documentabili e certificate dal veterinario. Così, dopo l’Emilia Romagna – che, per quanto abbia approvato da qualche tempo questo provvedimento, si è impantanata sul regolamento attuativo – il Veneto è la seconda regione in Italia a voler dire non a questa crudele forma di maltrattamento, che vede molto spesso cani muoversi in spazi ristretti e angusti. Si tratta di “una legge di civiltà”, spiega il relatore Leonardo Padrin (FI), così come si legge in un articolo pubblicato qn.quotidiano.net. Una norma molto importante per garantire la tutela del benessere degli animali. Nel dettaglio, il provvedimento approvato dal Consiglio regionale veneto prevede che i nostri amici cani (ma anche gli altri animali d’affezione) non siano più sottoposti a strumenti di costrizione come corda o catena (almeno che non sussistano delle ragioni valide riguardanti la salute e la sicurezza) e consente l’utilizzo di appositi recinti di adeguate dimensioni, anche in deroga ai regolamenti urbanistici. La nuova legge prevede, anche, che gli animali di compagnia abbiano libero accesso a giardini pubblici, parchi e spiagge, purché tenuti a guinzaglio e con museruola o altri strumenti contenitivi. Non potranno, invece, entrare nelle aree giochi per i bimbi contrassegnate da appositi segnali di divieto, mentre potranno scorrazzare liberamente, senza guinzagli e museruola, negli spazi a loro destinati. L’augurio è che il divieto alla catena possa, pian piano, estendersi in tutte le altre regioni d’Italia, mettendo fine a una mentalità vecchia e che non tiene conto del rispetto per i nostri amici animali.