Sbranata dagli stessi cani che maltrattava
1 ottobre 2013
2 min

Sbranata dagli stessi cani che maltrattava

maltrattamento
Da una serie di anni collezionava condanne per abusi e maltrattamenti su animali, alla fine è stata dilaniata da quegli stessi cani che per parecchio tempo aveva costretto a un’esistenza davvero terribile, senza cure e senza cibo sufficiente. Protagonista di questa raccapricciante storia è una sessantasettenne del Kentucky, Patricia Ritz, di cui adesso rimangono solo la mandibola e il teschio, tutto il resto è andato in pasto ai cani con cui conviveva. Almeno, questa è l’ipotesi della polizia americana, anche se non si sa ancora se la donna sia morta perché assalita dal branco oppure se l’abbia uccisa un malore e poi, solo successivamente, sia stata divorata dagli animali. A fare la macabra scoperta – si legge in articolo pubblicato su articolotre.com – sono stati gli agenti di Fordsville, la cittadina in cui la donna abitava, allertati dai vicini di casa che si erano preoccupati per non averla vista per settimane. Ѐ stato a quel punto che le forze dell’ordine sono andate a controllare e, oltre alle ossa della donna, hanno scoperto il numero imprecisato di cani, tutti ibridi cane-lupo. Ora gli esemplari tratti in salvo sono ricoverati presso una struttura veterinaria, mentre altri sono curati presso un rifugio. I cani non sono per ora destinati all’adozione, ma per loro si prevede un percorso di recupero in qualche ricovero per animali. Si tratterà quasi sicuramente di un lungo lavoro di riabilitazione fisica e affettiva, speriamo che questo possa ricondurli verso la serenità e la tranquillità. Chissà, in futuro, magari anche a una nuova famiglia che possa donare loro l’amore finora negato. Sin dal 1986 Patricia Ritz era sotto il mirino delle forze dell’ordine e dei centri di recupero per gli animali maltrattati. Sono state cinque le condanne per abusi con la richiesta di contenere le adozione e il numero degli esemplari in casa, oltre alla necessità della sterilizzazione obbligatoria. Nonostante ciò, dai 50 cani scoperti la prima volta la donna era passata a 189 esemplari, favorita anche dai continui spostamenti di Stato in Stato. Per ultimo si era trasferita, per l’appunto, dall’Indiana al Kentucky. Tuttavia, le accuse di abuso avevano continuato a seguirla e le autorità era intervenute nuovamente, scoprendo un numero non preciso di cani detenuti in condizioni nefaste. Per molti di loro, circa 159, era stata scelta la via della soppressione tramite eutanasia, anche se le loro condizioni non erano così gravi da decidere di condannarli a morte.