L'attenzione del cane
4 aprile 2013
2 min

L'attenzione del cane

addestramento

Se vogliamo avere un buon rapporto con il nostro amico a quattro zampe, dobbiamo fargli capire che è giusto che ci dia attenzione come noi la diamo lui.

Quando andiamo al parco e lasciamo libero il cane, noi giustamente lo teniamo sempre d’occhio perché abbiamo timore che scappi o combini qualche guaio, quindi è giusto che il comportamento sia reciproco. Sicuramente a tutti noi farebbe piacere che Fido ci tenga sempre sottocchio quando ci muoviamo o facciamo qualcosa, è un comportamento che dobbiamo insegnare al cane: occorre costruirlo un po’ per condizionamento e un po’ per comportamento naturale. Io sostengo che l’attenzione del cane nei nostri confronti sia alla base dell’educazione, ma soprattutto del rapporto uomo/cane, quindi sin da cucciolo abituiamolo a guardarci negli occhi.

Inizialmente, premiando il cucciolo con un bocconcino o una carezza tutte le volte che spontaneamente ci guarda, poi iniziamo con l’esercizio: facciamo mettere il cucciolo seduto davanti a noi, naturalmente avendogli prima insegnato il seduto, anche se il cane spontaneamente si siede davanti noi specialmente quando ha capito che riceve un bocconcino. Una volta che il cane è seduto, incominciamo a premiarlo e a portare la mano con i bocconcini sotto la nostra gola, così che Fido per istinto alzi la testa e ci guardi. Quando incomincia a capire che quella posizione gli è congeniale, mettiamo i bocconcini nascosti dietro di noi e premiamo il cane quando ci guarda.

Non chiamiamo il cane, cerchiamo di aiutarlo guardandolo noi e facendo un piccolo versetto solamente se si distrae, ma al momento che ci guarda premiamolo immediatamente con BRAVO! e un bocconcino. Man mano che passano i giorni, il cane ci guarderà sempre più spesso e sempre più a lungo. Naturalmente gli step di lavoro devono essere molto brevi, uno-due minuti al massimo e ripetuti più volte durante il giorno. Non stressiamo troppo il cane, altrimenti rischiamo di avere il comportamento contrario.

Se non riusciamo nell’intento, rivolgiamoci a un educatore che, con una buona base di attenzione, ci porterà avanti in un percorso educativo beneficiandone durante la convivenza.  

Sauro Carraesi