Allarme rosso!
8 febbraio 2013
5 min

Allarme rosso!

Respiro il Border Collie a pieni polmoni da circa sette anni, anche se già dalla fine degli anni settanta conoscevo bene le sue strabilianti capacità. Allora come adesso un cane inarrivabile nel lavoro con il gregge, allora come adesso molto spesso ambito da persone a caccia di facili successi agonistici, allora come adesso capace di evidenziare la differenza tra conduttori capaci e non. Eh sì, perché il Border – così stramaleddettamente capace di apprendere alla velocità della luce – con altrettanta immediatezza segna la linea di spartizione tra chi ci sa fare e gli altri.

Ѐ opinione comune che il Border, diversamente da tante altre razze, non abbia subito nel corso degli anni quell’impoverimento genetico dovuto a un sistema di gestione della razza senza un obiettivo comune, che prevedesse l’applicazione di quelle regole ben precise che fanno capo alla disciplina della genetica della popolazione (population genetics), da parte di un genetista al servizio del club di razza. Ho sempre pensato che, partendo da quanti soggetti si voglia, se il sistema è di utilizzare il campione di turno, il risultato non può che essere un impoverimento del patrimonio genetico della razza. Questo concetto è tutt’oggi poco compreso, come lo è il concetto di COI (Coefficiente di consanguineità), per cui molti sono sotto la falsa illusione di calcoli fatti su cinque generazioni.

Così sono andato a curiosare sul sito della ISDS (International Sheep Dog Society), dove sono registrati tutti gli oltre 250.000 Border Collie a oggi prodotti, e ho “scoperto” dei fatti molto interessanti. Il virgolettato sta a significare che alcune delle “scoperte” che sto per scrivere, in realtà, sono già conosciute da parecchi anni, tuttavia un conto è scorrere uno scritto per avere un’idea di massima, altra cosa è raccogliere informazioni a conforto di un ragionamento.

Questi i fatti: i cani fondatori che influenzano il patrimonio genetico dell’attuale popolazione sono 643; lo 0.01% (25) di tutti i cani registrati determina il 75% di geni nella presente popolazione; In realtà, del patrimonio genetico dei 643 fondatori a influenzare l’attuale popolazione è il patrimonio genetico di 8.3 soggetti su una popolazione attuale (dati riferiti al 2000) di 25.000 soggetti!

Per essere più precisi, abbiamo 3143 fondatori dei quali 1481 ha prodotto cucciolate registrate, di queste solo 643 hanno sofferto d’influenza sui cuccioli nati negli ultimi cinque anni (si ricordi che tutte le informazioni riguardano l’anno 2000).

Mi è già stato chiesto quali otto e la risposta è stata “non posso saperlo”! Difatti quello che posso dire, è che se, ai fini dell’esempio diamo un valore arbitrario di dieci al patrimonio genetico di un cane, il nostro Borderà Collie è partito con un valore di 6430 ridotto a ottanta nell’anno 2000. Come prendere otto cani (non imparentati) della stessa razza e lasciarli a riprodursi fino a raggiungere la cifra di 25.000. Com’è potuto succedere? Credo che bastino pochi esempi. John Richardson’s Wiston Cap è stato usato per un totale di 388 monte, producendo 1933 cuccioli, R.Gwilliams Meg 79483 ha partorito 89 cuccioli nell’arco di 9 anni per un totale di 13 cucciolate. La coppia 156350 x Jenny 159603 ha prodotto 74 cuccioli da 14 cucciolate. Spero che nessuno abbia il coraggio di puntare il dito nei confronti dell’ISDS, che ha il solo torto di avere religiosamente registrato la storia della propria razza, rendendola accessibile a chiunque! Mentre sono in tanti a baloccarsi con il relativamente basso COI del BC, questo ha continuato inesorabilmente ad aumentare anno dopo anno, senza che nessuno prendesse nota. Una falsa sicurezza ricavata, analizzando dati incompleti (5/6 generazioni indietro).

Qualcuno potrà dire che oggi abbiamo dei software che arrivano molto più indietro ed è vero, ma non mi sembra che questo abbia indotto nessuno a cambiare sistema. Sistema? Sì, il sistema. Visto il generale intento a migliorare la razza, devo concludere che la maggioranza degli allevatori ignori la gravità della situazione. Immagino che la ignorino i club di razza, gli organismi nazionali e non ultima l’FCI, ma non penso di essere io il depositario della verità, forse uno tra i pochi cui veramente qualcosa importa della correttezza politica, madre di tutti i problemi! Mentre tutti sono alla ricerca di “linee pulite”, il vero problema che riguarda tutti è che il patrimonio genetico del Border Collie si è impoverito. Se siamo passati da 643 a 8, quanto tempo pensiamo di impiegare prima che il Border Collie diventi una razza malata?

Siamo nel 2013 e sarebbe ora che le razze fossero gestite (attraverso i club) da genetisti, secondo i dettami della genetica della popolazione. Se non lo si fa, gli unici a trarne vantaggio saranno i commercianti, a tutto discapito di allevatori seri che però nelle condizioni attuali combattono una guerra persa in partenza. La razza ha un COI “basso”, in continuo aumento, non ci vorrà molto prima che raggiunga livelli di non ritorno come è già successo in altre razze che definire malate è un eufemismo. Invito a visitare il sito dell’ISDS (http://www.bcdb.info/article1/WSN1c1.htm) per una rendicontazione più precisa.

Carlo Colafranceschi