I cani abbaiano e disturbano? Il Comune minaccia di sopprimerli
23 aprile 2014
2 min

I cani abbaiano e disturbano? Il Comune minaccia di sopprimerli

abbaiare
In seguito a diverse segnalazioni per l’abbaio incessante di alcuni cani da compagnia, il sindaco del Comune di Lozza (Varese), Fervida Adriana Fabbian, ha qualche giorno fa inviato una diffida a nove proprietari chiedendo di prendere un provvedimento, pena l’applicazione della legge. Intendendo per questa non una semplice sanzione, ma addirittura il sequestro e la soppressione degli animali in questione. Un avvertimento che ha fatto non poco allarmare i proprietari dei cani rei di disturbare il sonno del vicinato e che, nelle ultime ore, ha sollevato un vero e proprio polverone, soprattutto tra gli animalisti: “Si ricorda in particolare che … le sanzioni per il mancato rispetto delle anzidette norme regolamentari prevedono, oltre ad una pena pecuniaria l’eventuale sequestro e/o soppressione dell’animale che persista nel causare disturbo della quiete pubblica. Con la presente – si legge alla fine della lettera inviata dall’amministrazione comunale di Lozza, così come si apprende da un articolo pubblicato su www3.varesenews.it – si invita a porre particolare attenzione ai comportamenti dei propri animali domestici, attivandosi con ogni mezzo affinché non arrechino disturbo alla quiete diurna e notturna, pubblica e del vicinato”. A placare l’ira dei proprietari dei cani e di parecchie associazioni animaliste è intervenuta oggi l’Asl di Varese, che ha inviato al sindaco di Lozza una lettera in cui viene chiesto di ritirare la diffida – a quanto pare senza alcun valore – e di modificare il titolo V del regolamento comunale: “Sia l’articolo 113 della legge regionale 33 del 2009 sia l’articolo 2 comma 6 della legge del 14 agosto ’91 numero 281 sono molto chiari. Si dice espressamente – spiega Eraldo Oggioni, direttore dell’unità operativa complessa Igiene degli alimenti e delle produzioni zootecniche dell’Asl – che cani e gatti possono essere soppressi con l’eutanasia solo se gravemente malati, incurabili o se è provata la loro pericolosità. Ma persino su quest’ultimo aspetto ci sono molte variabili: ci sono veterinari comportamentalisti che hanno l’incarico di verificare se davvero l’animale è irrecuperabile. Quindi l’eutanasia è sempre la soluzione estrema”. Non solo. “Se fosse messo in pratica quanto minacciato dalla diffida – aggiunge Oggioni – si andrebbe incontro a un reato previsto dal codice penale, il 544 bis, che punisce l’uccisione di animali (chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi ndr.)”. Sicuramente esistono altre soluzioni, migliori di questa, per porre fine al problema.