Il cucciolo: dove acquistarlo
26 aprile 2013
12 min

Il cucciolo: dove acquistarlo

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Secondo la definizione burocratica, l’allevatore è colui che, documenti alla mano, risulta essere il proprietario della fattrice al momento della monta. Stando al sentire comune, invece, l’allevatore è colui che, possedendo più cani di una razza, mette al mondo cuccioli di quella razza e, in molti casi, è dotato di una struttura detta allevamento in cui gli esemplari risiedono. Sono, dunque, questi i requisiti per meritare di essere chiamati allevatori? E soprattutto, chi è il buon allevatore? L’ENCI un tempo concedeva l’affisso (ovvero un cognome poi ereditato da ogni cucciolo) agli allevatori che avevano conseguito determinati risultati nelle esposizioni o nelle prove di lavoro, ma oggi non è più così. Il meccanismo è cambiato: chiunque risulti essere proprietario di due femmine di una data razza, abbia prodotto due cucciolate di quella razza e versi la quota dovuta all’ente può fregiarsi dell’affisso. La concessione di nuovi affissi è, inoltre, subordinata alla sottoscrizione del Codice etico dell’allevatore, un passo avanti nella direzione della qualità. Allo stato attuale, tuttavia, possono esserci nella rosa degli “affissati” eccellenti allevatori e altri da cui sarebbe meglio fuggire a gambe levate, trattandosi di personaggi la cui dedizione verso i cani è subordinata a quella nei confronti del denaro. Alla stessa stregua, tra chi non può fregiarsi di un affisso capita di trovare privati che in realtà sono anche ottimi allevatori amatoriali che operano per il benessere della razza. Anche la pubblicità sulle riviste non è una discriminante: si limita a mettere in evidenza un allevatore, ma non dà giudizi di sorta! Molti allevatori hanno un sito internet in cui possiamo reperire informazioni utili a capire il tipo di cane proposto, ricordiamoci però che i siti sono vetrine attraverso le quali l’allevatore cerca di mostrarsi nel modo migliore. Se vi imbattete in uno di quei siti che offre cuccioli di un numero infinito di razze, chiudete la pagina e stateci lontani: si tratta molto probabilmente di cuccioli importati in maniera drammatica come spiegherò più avanti.

La sottoscrizione di questo documento è obbligatoria solo per la concessione di nuovi affissi (nei restanti casi è facoltativa) e il documento è perfettibile, ma un allevatore che accetta queste regole ha una marcia in più e dovrebbe essere premiato dagli acquirenti. Per la semplice legge della domanda e dell’offerta, se più aspiranti proprietari richiedono queste garanzie, più allevatori saranno disposti (o costretti!) a offrirle. In linea di massima, il buon allevatore, manuale di genetica alla mano, non deve mai perdere di vista questi tre punti:

1) la salute – deve conoscere le malattie della razza che alleva, le loro modalità di trasmissione e la loro incidenza e tentare di prevenirle controllando i riproduttori con gli strumenti messi a disposizione dalla medicina veterinaria. Potete chiedere all’allevatore per quali malattie ereditarie controlla i riproduttori e se segue le direttive in merito fissate dai club di razza e/o se aderisce agli schemi fissati dall’ENCI per i riproduttori selezionati. Chiedete, infine, quali garanzie sono offerte all’acquirente nel caso il cucciolo presenti problemi di salute di origine ereditaria;

2) il carattere e le attitudini – il buon allevatore deve sforzarsi di riprodurre cani con il carattere tipico della razza e, nelle razze che ancora concretamente lavorano o sono impiegate in discipline sportive, scegliere i riproduttori in base alle attitudini e alle capacità dimostrate in tali discipline. Anche in questo caso si può fare riferimento alle norme fissate dall’ENCI per la riproduzione selezionata;

3) la morfologia -molti aspiranti proprietari NON conoscono lo standard del cane che stanno per acquistare. Può darsi che l’abbiano letto una o due volte, ma non è detto che l’abbiano compreso a fondo: uno standard va letto, compreso e, infine, interpretato. Tanti di coloro che intendono acquistare un cane da famiglia, però, si fanno abbagliare da titoli e coccarde raccolte in esposizione. L’approccio cambia radicalmente tra coloro che cercano un cane da lavoro o da sport, va detto che queste persone difficilmente sono neofiti assoluti: chi prende un cane per lavorarci ha già maturato qualche esperienza cinofila. Prendiamo l’esempio del cacciatore, un cacciatore costretto a scegliere tra un cane bravo e un cane bello sceglierà senz’altro il primo, ma non dobbiamo dimenticare che una razza è resa tale dalle attitudini, ma anche dalla morfologia. Riassumendo: non occorre pretendere un animale perfetto al punto da vincere l’esposizione canina mondiale, ma è giusto che acquisti un animale tipico che rispecchi lo standard della razza in questione; un bassotto deve avere le zampe corte!

Prendetevi il tempo che serve, raccogliete informazioni, visitate più cucciolate e, se qualcosa non vi convince, tornate a casa senza cucciolo. Se avete dubbi e interrogativi fate domande: a un buon allevatore, appassionato della razza, farà solo piacere rispondervi. Un acquirente troppo silenzioso, al contrario, potrebbe insospettirlo. Alcuni, per pigrizia e con un pizzico di ingenuità, scelgono il cucciolo al telefono chiedendo all’allevatore di spedirlo. Ora… io sono la prima a fare acquisti in internet, ma si tratta di oggetti… se tutto va bene il cane sarà un compagno di vita per almeno 10 anni: direi che è il caso di guardarsi in faccia (e di guardare in faccia all’allevatore) prima di scegliersi! Alcuni allevatori, a dire il vero, rifiutano di spedire cuccioli come pacchi, altri accettano e, tra questi, abbiamo persone in buona fede e altri che, approfittando della distanza, colgono l’occasione per spedirvi quello che è un pacco, a tutti gli effetti!

Recatevi di persona in allevamento e guardatevi intorno, controllate le condizioni igieniche, gli alloggi dei cani, chiedete di vedere altri soggetti allevati (è buon segno la presenza di soggetti anziani in buone condizioni) e, se presente, il padre della cucciolata. Non fatevi impietosire da cani in pessimo stato e diffidate di chi rifiuta di farvi vedere i genitori del cucciolo e non vi consente di varcare il cancello d’ingresso. Se qualcosa non vi convince andatevene e rivolgetevi ad altri, non è escluso che il sesto senso vi stia risparmiando una fregatura.

Se vi è consentito, avvicinatevi alla cucciolata e osservatene il comportamento: i piccoli già in grado di interagire con l’uomo devono averne fiducia e non temerlo. Al ritiro del cucciolo, l’allevatore vi consegnerà un libretto sanitario spiegandovi come andranno completate le sverminazioni e il piano vaccinale. Il pedigree, invece, arriverà dopo qualche tempo presso la delegazione ENCI, nel frattempo potete chiedere di visionare una copia dei documenti di registrazione della cucciolata e il pedigree dei genitori. Al momento del ritiro, il cucciolo deve essere già tatuato o microchippato: quel numero è l’unica cosa che può ricollegarlo al pedigree. Vale la pena acquistare un cane sprovvisto di pedigree? In molti credono che il pedigree sia costoso: in realtà il costo del pedigree è di poche decine di euro, i soldi richiesti per espletare le pratiche burocratiche equivalgono a circa 30E. Una persona che vi propone un cucciolo a 500E con pedigree e a 250E senza pedigree è un lestofante! Il pedigree non è un pezzo di carta su cui scrivere la lista della spesa, bensì l’attestazione di appartenenza alla razza, nonché il diario della storia genetica del cane. Un esemplare senza pedigree è escluso dalla cinofilia ufficiale (a meno che per quella razza non sia ancora aperto il RSR, ex LIR) ma, soprattutto, manca di una mappa che è fondamentale nel processo di selezione e nell’eventuale indagine su malattie ereditarie.

I privati

Il privato è persona che non alleva cani di professione, ma non per questo si tratta necessariamente di uno sprovveduto. Potrebbe anche esserlo. Il problema dei privati è che non ci sono mezze misure. Da una parte abbiamo gli appassionatissimi della razza che allevano: fanno esposizioni, prove di lavoro, sono iscritti al club della razza che allevano, leggono tutto lo scibile sui cani e crescono i cuccioli in condizioni ideali: i cagnolini nascono in casa, hanno massima interazione con le persone e cure veterinarie di prima categoria. Dall’altra parte, senza vie di mezzo, il disastro totale: A) gente che accoppia Fido & Fida convinta, che i cani si devano accoppiare per forza o che pianificano cucciolate per far “vedere i cuccioli ai bambini” o ancora… per ammazzare il tempo e B) gente che accoppia Fida & Fido per ricavarne una fonte di reddito.

Ai privati ci si arriva per segnalazione dei gruppi cinofili, dei club di razza, di amici cinofili eccetera. Se arrivate ad un privato tramite un semplice annuncio messo in internet, su un giornale o su una bacheca, massima attenzione. Se si tratta di internet, controllate che questa persona non abbia messo molti annunci di diverse cucciolate, magari di tante razze diverse e a volte scritti in un italiano approssimato (o con i nomi delle razze scritti sbagliati!) e questo deve farvi insospettire: potrebbe essere un fabbricante di cuccioli o un importatore/rivenditore. Quanto detto per l’allevatore vale anche per il privato: chiedete di vedere i cuccioli, la madre dei cuccioli, l’ambiente dove essi sono cresciuti e tutto il resto.

La vostra missione, sia che pensiate di rivolgervi ad un allevatore sia che si tratti di un privato, è la ricerca di colui che gli anglosassoni chiamano reputable breeder, un’espressione che possiamo tradurre con “allevatore serio, onesto e competente”. Queste persone, siano esse allevatori o privati, non si limitano a consegnare il cucciolo nelle mani dell’acquirente, ma fanno di tutto per mantenere i contatti e sono sempre disponibili ad aiutarvi a risolvere i problemi in cui potreste imbattervi.

Negozi e fiere del cucciolo

Non di rado si incontra qualcuno che racconta di aver acquistato il proprio cane in un negozio: ha visto il cucciolo in vetrina, si è impietosito e l’ha comprato, non costava poco, ma costava molto meno di quanto gli era stato chiesto da un allevatore. La stessa storia si verifica anche durante le così dette fiere del cucciolo, un’attività spesso ai confini della legalità. Altri ancora, per risparmiare si recano in uno dei tanti allevamenti “multimarca” che hanno sempre cuccioli disponibili e di tutte le razze o quasi. Fate molta attenzione: i cuccioli che vedete in vetrina, alle fiere del cucciolo e negli allevamenti “multimarca” potrebbero provenire da paesi dell’Europa dell’Est. Lì vengono acquistati per poche decine di euro all’età di circa 2-3 settimane di vita, ma una volta arrivati in Italia il loro prezzo si gonfia pur rimanendo inferiore a quello che normalmente chiederebbe un allevatore nostrano. La differenza tra i cuccioli importati in questo modo e i cuccioli selezionati dai bravi allevatori però è abissale. Prima internet e poi per fortuna anche i giornali e la televisione hanno iniziato a parlare di questa tristissima piaga, di cuccioli allevati in batteria, sottratti alle madri precocemente e fatti viaggiare in condizioni drammatiche. Molti non superano il viaggio, altri muoiono all’arrivo e altri ancora dopo essere stati accolti in famiglia. I cuccioli che sopravvivono sono solitamente poco conformi allo standard di razza e, soprattutto, possono presentare brutte sorprese dal punto di vista della salute e dell’equilibrio caratteriale. I pedigree e i certificati sanitari potrebbero essere falsi ed è probabile che vi venga offerto uno sconto se decidete di non volere il pedigree.

Nota: ho citato genericamente i paesi dell’Est perché è da lì che i cuccioli provengono, ma ciò non significa che non ci siano eccellenti allevatori di cani anche in quei Paesi. Esistono, ne conosco più di uno, da cui acquisterei tranquillamente un cane sapendo che mi darebbe un cucciolo di qualità ma… questi allevatori non cedono cuccioli ai commercianti e non li cedono a poche decine di euro.

I meticci

I cuccioli meticci nascono generalmente in famiglia, frutto di accoppiamenti non voluti, o arrivano al canile, a volte con la madre e a volte senza. Quanto detto per i cuccioli di razza vale anche per i meticci: cercate di avere a che fare con persone che sanno cosa stanno facendo. Ci sono volontari dei canili competenti che sanno come gestire una cucciolata. Altri volontari, però, non conoscono certe finezze o sono comunque costretti a trascurare un po’ le cucciolate a causa dei problemi che attanagliano tutti i canili: tanto lavoro, poche braccia e pochi soldi. Valutate la situazione caso per caso e se costretti a optare per adozioni precoci (mai prima dei 45 giorni!) fatevi seguire da un educatore che vi aiuterà a limitare i possibili danni.

Maschio o femmina

Il sentire comune porta a ritenere le femmine più docili, addestrabili e precoci, i maschi più lenti a maturare, testoni e facili a distrarsi. Quali i vantaggi nel scegliere l’uno o l’altro? La femmina è generalmente più precoce e malleabile ma, allo stesso tempo, è anche più furba e scaltra, caratteristiche che possono ritorcersi contro il padrone. Il suo temperamento, inoltre, è soggetto a sbalzi ormonali che culminano durante il calore e la gravidanza isterica: in quei periodi il comportamento della cagna potrebbe deviare dalla norma e appaiarsi a uno scarso rendimento nelle attività sportive. Il maschio è meno precoce e più, come dire, lineare, il che può essere comunque un vantaggio. Non è soggetto a sbalzi ormonali periodici ma, in compenso, perde la testa se sollecitato dalle emanazioni di una femmina in calore. In alcune razze, ma non è una costante, i maschi tendono a essere rissosi con esemplari dello stesso sesso ma, molto, in questo senso giocano anche l’educazione impartita e la leadership del padrone. Il maschio è, inoltre, generalmente più grande e maestoso della femmina, ma, anche in questo caso, le differenze (dimorfismo sessuale) sono più o meno marcate a seconda della razza.

Se ci interessa una precisa attività (caccia, attività sportive, esposizioni…) con il maschio saremo in grado di svolgerla senza intervalli, mentre le femmine in calore non sono ammesse alle manifestazioni ufficiali e sono malviste sui campi di addestramento. Se optiamo per una cagnolina, dobbiamo tenere d’occhio la periodicità dei calori e le mammelle perché gli ormoni possono giocare brutti scherzi e causare problemi di salute, con il maschio le cose sono più semplici, per lo meno fino ad una certa età. Il desiderio di una cucciolata è una delle ragioni che induce a optare per una femmina: è impossibile sapere quando si acquista una cucciola, se il soggetto sarà davvero meritevole di riprodursi e pertanto la cosa andrà ri-ponderata in futuro. Il discorso analogo vale per la sterilizzazione con pro e contro da valutare insieme al veterinario di fiducia. 

 

Rossella Di Palma