Attivazione mentale o problem solving: una necessità per il nostro cane
19 aprile 2013
4 min

Attivazione mentale o problem solving: una necessità per il nostro cane

cura

Le esigenze di vita odierna pretendono davvero tanto dai nostri cani! Loro sono nostri compagni di vita da decine di migliaia di anni, ma negli ultimi decenni i ritmi di vita sempre più incalzanti, le case sempre più piccole e il lavoro fuori casa di tutto il nucleo familiare non hanno certo reso le cose facili ai nostri più fedeli amici, che devono fare i conti oltre che con rumori spesso eccessivi dei nostri elettrodomestici (Tv, Radio, Lavatrici, Lavastoviglie etc.) anche con il traffico cittadino, i luoghi sempre più affollati, ma soprattutto con la loro solitudine.

Per capire meglio la portata di questo malessere è utile citare uno studio intrapreso nel 1977 da Anders Hallgren – etologa e psicologa svedese – finalizzato a stabilire quanto fossero attivi i nostri cani domestici.

I risultati furono davvero sconfortanti: quasi il 40% dei campioni esaminati riposava oltre 20 ore il giorno e di questi ben l’82% presentava difficoltà comportamentali di varia natura.

Come può un cane restare inattivo per cosi tanto tempo?

Mortensen (1975) parla di “adattamento comportamentale”. In parole semplici, il cane impara che non c’è nulla da fare in casa e aspetta …. fino a quando imparerà a non aspettarsi più nulla.

I cani da soli si annoiano, è evidente. 

Discendenti diretti dei lupi, i cani amano cooperare, collaborare, intraprendere iniziative all’interno di un gruppo sociale cui sentono di appartenere.

Aspettano che il loro referente prenda delle iniziative e, se questo non succede, otterremo che il cane non lo accrediterà più e consumerà le sue giornate nella noia e senza stimoli.

Eppure quanti proprietari di cani credono di avere dei cani “perfetti”, perché passano la maggior parte del loro tempo dormendo?

Ѐ vero, sembrano facilmente gestibili, sicuramente più di un cane che abbaia continuamente o salta all’impazzata alla sola vista di una pallina o attua stereotipie quali, ad esempio, inseguirsi la coda o leccarsi insistentemente le zampe, ma tutti questi comportamenti sono frutto di una sola problematica: lo stress derivante da una insufficiente stimolazione.

Di cosa hanno bisogno i nostri cani?

La qualità della vita è data dalla sommatoria di aspetti fisici (salute), sociali (integrazione e rapporti con il mondo esterno), emozionali e cognitivi.

Per comprendere quanto i nostri cani abbiano bisogno di essere sottoposti a stimoli mentali pensiamo ai loro progenitori: i lupi.

La loro mente è continuamente stimolata. Oltre a correre dietro alle prede, il lupo deve fiutarne la presenza, seguirne le tracce distinguendole tra tante altre, raggiungerla, accerchiarla, collaborare con gli altri membri del branco per abbatterla, proteggere se stesso, il branco e il territorio in cui vivono.

Joel Dehasse studiò a fondo gli effetti positivi dell’attività mentale dei nostri amici a quattro zampe e durante il “6th International Veterinay Behaviour Meeting” di Riccione presentò i risultati delle sue ricerche che si possono riassumere con la seguente “equazione dell’attività”:

attività (in generale) = attività locomotoria + attività di vocalizzazione + attività di masticazione + attività mentale

L’attività locomotoria include passeggiate, corse, riporto, etc.

L’attività di vocalizzazione include ogni comportamento come abbaiare, ululare, etc.

Le attività di masticazione sono il mangiare e il masticare giochi oppure ossa.

Le attività mentali sono tutte quelle in cui al cane è richiesto di “pensare e riflettere”, come i giochi di discriminazione. Ad esempio, discriminare tra giochi, palline, odori, etc. e quelli di attivazione mentale, in cui si propone al cane un problema e si lascia a lui il compito di trovare la strada per risolverlo.

Si è potuto così osservare che i giochi intelligenti sono dieci volte più stancanti rispetto all’attività locomotoria.

Introducendo l’attività mentale nelle terapie comportamentali, si sono riscontrati risultati positivi sia in casi affetti da iperattività come pure in cani ipoattivi, migliorando in entrambi i casi la relazione del binomio cane-conduttore.

L’attività mentale al cane, in effetti, l’apprendimento di abilità e competenze sempre nuove, aumenta la fiducia in se stesso, il suo livello di attenzione e la sua tolleranza allo stress. 

Il gioco basato sull’attività mentale propone al cane una cornice ludica, che soddisfa il suo bisogno di divertirsi insieme al proprietario, creando cosi un clima di collaborazione e fiducia. 

…TO BE CONTINUED…

 

Sabrina Brusa

Educatore cinofilo CSEN-CONI presso CIAC ASD CENTRO ISTRUZIONE AMICI DEL CANE – CASTRONNO (VA)

www.ciac-varese.it