Cassazione: se gli escrementi del cane emanano uno sgradevole odore, il padrone compie reato
4 novembre 2014
2 min

Cassazione: se gli escrementi del cane emanano uno sgradevole odore, il padrone compie reato

Secondo una nuova sentenza della Cassazione, la n. 45230/14 del 3 novembre 2014, se un più di un vicino di casa si lamenta per gli odori sgradevoli provenienti dagli escrementi del cane, non raccolti dal recinto o dalla cuccia in cui l’animale sta, il padrone rischia una condanna penale per il reato – in base all’art. 674 del Codice penale – di “getto pericoloso di cose”. Ovviamente, perché ciò avvenga, occorre che la condizione ambientale diventi davvero intollerabile a causa dei cattivi odori e del continuo abbaiare degli animali, tanto da – si apprende da un articolo pubblicato su laleggepertutti.it – richiedere l’intervento dell’Asl che, con una certificazione, dichiari lo stato di abbandono dell’area e le condizioni insalubri dell’aria. Poi il verbale redatto può essere usato per la querela, stessa procedura si segue nel caso si chiamino i carabinieri. Ottenuta tal “prova”, quindi, si può agire penalmente. La sentenza arriva in seguito alla condanna di un uomo, padrone di diversi cani, che non aveva provveduto a pulire i recinti nei quali custodiva gli animali, non ponendo rimedio alla condizione assai precaria da loro vissuta e senza evitare che ciò si ripercuotesse sul vicinato. A carico dell’uomo, però, non solo lamentele dei vicini di casa, ma anche documentazioni ufficiali firmate da vigili, carabinieri, sindaco e dipendenti dell’Azienda sanitaria locale.