Come convivere bene con il proprio cane
14 novembre 2012
9 min

Come convivere bene con il proprio cane

amicizia

La conoscenza dei meccanismi che regolano i rapporti tra cani, può aiutare a comprendere il perché il nostro cane si comporti in una determinata maniera. 

L’analisi di un problema non si basa esclusivamente sulla qualità di rapporto che il cane ha instaurato con il proprietario, ma deve prendere in considerazione anche i metodi d’insegnamento, i meccanismi di apprendimento, il periodo della socializzazione e la valutazione del periodo evolutivo del cucciolo.

La struttura sociale è, però, importante al fine di delegare al migliore elemento l’impostazione delle regole sociali mirate allo svolgimento delle attività quotidiane del branco.

Il cane è un animale con i sensi sviluppati in modo differente rispetto all’uomo, quindi la percezione della sua realtà è indubbiamente di tipo cinocentrica.

Nel cane i sensi principali sono rappresentati dall’olfatto e dall’udito e non dalla vista come nell’uomo, quindi questo animale vive in una realtà basata su percezioni a noi sconosciute; la consapevolezza di questa diversità non è parte del suo essere e, quindi, non è in grado di formulare un pensiero come: “L’essere umano pensa diversamente da me!”.

Per comunicare con il cane dobbiamo necessariamente adeguarci al suo pensiero istintivo. Un pensiero astratto come il concetto di uguaglianza è caratteristico della cultura umana e non applicabile all’istinto canino.

I cani sono animali differenti dal lupo, con una variabilità di comportamenti e una capacità di adattamento sociale molto più vasta e rilevante, ma è stato osservato che la sua struttura sociale è di tipo gerarchico – piramidale molto simile a quella del lupo.

Per il cane l’esistenza di tale struttura è molto importante ai fini del suo equilibrio psicologico.

In un rapporto uomo-cane, si deve tendere a vivere una situazione in cui il cane, da attore passivo, si ritrovi a interpretare la parte di individuo omega: è un termine che serve a indicare il soggetto che, all’interno del branco, ha minori responsabilità e benefici.

Molte persone non riescono a trattare il proprio cane come un individuo appartenente a un rango inferiore, vivono questa situazione come una sorta di ingiustizia sociale.

Molto più che nel rapporto con i bambini, il cane tendenzialmente è considerato felice e sereno in un mondo privo di regole e di limiti, pertanto ignorarlo quando arriva scodinzolando con un giochino in bocca può essere improponibile a un proprietario che non abbia ben chiaro il senso delle regole sociali canine.

Per il cane è importante riconoscere il leader in un individuo carismatico, di cui ci si può fidare nei momenti critici; ciò che gli dà sicurezza è sapere che sta vivendo in un branco il cui leader è in grado di far rispettare se stesso e le sue regole da tutti i componenti del gruppo (se il leader è forte si fa rispettare, se non si fa rispettare è debole).

Trattare troppo alla pari un cane di casa può dare origini a stati sociopatici che possono sconfinare in vere e proprie turbe del comportamento, fino a giungere, nei casi gravi, addirittura all’aggressione verso i proprietari stessi.

Il cane, nella sua mente, separa la sfera gerarchica da quella affettiva: si legherà a noi con la stessa intensità sia che ricopra il ruolo di leader, sia quello di gregario.

Il cane è un animale sociale che si concepisce unicamente come parte di un branco, la cui organizzazione è condizionata dal volere di un capo, che è normalmente l’individuo più equilibrato.

In natura per essere capo-branco si deve sfidare e vincere il leader e continuare a vincere sempre ogni volta che un pretendente tenta di insidiare la propria posizione; un individuo omega, però, non potrà mai giungere a misurarsi direttamente con il capo-branco.

Il capo è responsabile della sopravvivenza, dell’alimentazione, della difesa e della regolazione del comportamento del branco. Gode, però, di alcuni benefici come: accoppiarsi e riprodursi, nutrirsi per primo scegliendo il cibo migliore, interagire con gli altri individui del branco a suo piacimento, essere rispettato e non essere disturbato.

Anomalie di comportamento e alterazioni di questo equilibrio possono creare modificazioni, anche, in altri settori del branco.

Più privilegi corrispondono a più responsabilità: in natura un cane capo-branco avrà tante più responsabilità quanto più alto sarà il livello del suo equilibrio e di conseguenza godrà dei benefici relativi al suo rango. In ogni caso, nulla gli sarà regalato.

Se un cane riceve gratuitamente molti benefici, si assumerà anche il carico di responsabilità, talvolta suo malgrado.

Un cane appartenente a un branco misto uomo-cane non è in grado di riprodursi senza l’aiuto dell’uomo, non è in grado di procacciarsi cibo (nelle comunità umane sono gli uomini che hanno le risorse alimentari e le distribuiscono come meglio credono, ma i cani che non possono usufruire di tale privilegio possono attingere solamente dai rifiuti urbani), non è in grado di difendere né se stesso, né il suo branco misto dai pericoli del mondo esterno e tanto meno è in grado di guidarlo in quell’universo, non è in grado di proporre moduli di comportamento accettabili per lo svolgimento di regolari attività umane.

Si può affermare che il cane non abbia le capacità per interpretare la parte del leader di un branco misto. Non ne possiede i mezzi e se gli si lascia credere di essere il migliore individuo del gruppo, non avrà vita facile, ma non la farà avere anche a noi.

Ecco qui di seguito alcuni consigli e regole per i neo proprietari che serve a costruire una struttura sociale di un branco misto uomo-cane che mostri, agli occhi del cane, gli esseri umani come gli unici responsabili del gruppo. Tutto ciò ovviamente in alternativa a ciò che avviene in natura, dove l’unico metro per la misurazione della gerarchia e che identifica il leader sta nella capacità di vittoria nel momento dello scontro fisico.

Il capobranco del gruppo cane deve: 1) essere preso dalle proprie responsabilità, non deve preoccuparsi dei problemi dei singoli individui a lui subordinati e non deve soddisfare le loro richieste; 2) decide autonomamente quando, come e con chi interagire durante la giornata; 3) avere sempre un atteggiamento sicuro, fiero e carismatico; 4) essere paziente ma non tollerante; 5) deve precedere il suo gruppo ed essere sicuro di essere seguito in ogni momento e situazione; 6) lasciare libertà di azione a ogni singolo individuo subordinato, fino al momento in cui non sia necessaria la presenza di tutti per le attività comuni del branco; 7) usufruire di tutti i privilegi (nutrirsi per primo, scelta del cibo migliore, luogo più comodo e sicuro per riposare, ecc…); 8) vigilare sulla qualità dei rapporti sociali all’interno del branco e deve intervenire nel caso in cui un soggetto si comporti in maniera non conforme alle sue direttive; 9) decidere chi deve rimanere a guardia del rifugio quando si allontana con il branco; 10) avere sempre ragione e il diritto di accoppiarsi. 

Il compito del proprietario capobranco del gruppo misto uomo-cane è di simulare una struttura sociale, applicando i seguenti consigli: 1) non occorre smettere di svolgere la propria attività, fosse anche leggere un libro o guardare la televisione, per giocare con il cane, anche nel caso lo stia chiedendo insistentemente; il cane di proprietà in casa ha generalmente tutto ciò di cui ha bisogno; 2) si deve giocare con il cane nei momenti a lui dedicati e utilizzare il gioco per insegnargli piccoli esercizi di obbedienza e di autocontrollo (seduto, terra, fermo, resta, ecc.), 3) non occorre mai permettere al proprio cane di saltare addosso o di spingere con le zampe senza chiedere il permesso e averlo ottenuto; la limitazione della libertà di contatto con gli esseri umani fa parte del rispetto dovuto al capobranco; 4) mantenere sempre un atteggiamento sicuro di sé; 5) non permettere al cane di disturbare i momenti di intimità con il proprio partner: ritrovarselo in mezzo durante un semplice abbraccio non è educativo; 6) cercare di essere pazienti: i cani elaborano le informazioni lentamente, quindi contare fino a cinque prima di ripetere un comando. In questo modo pazientemente si riesce a insegnare; 7) non essere tolleranti, esserlo vuol dire non raggiungere il traguardo che ci si pone; 8) uscire dalla porta di casa sempre prima del proprio cane, lui deve attendere seduto di essere chiamato. Deve capire che il capobranco, cioè voi, ha il diritto e il dovere di precederlo. Quando si cammina per strada deve imparare a camminare a fianco del proprietario senza tirare e con il guinzaglio lento (non lasciare mai il guinzaglio troppo lungo o peggio lasciare che il cane se ne vada dove vuole srotolando tutto il guinzaglio riavvolgibile, anzi questo tipo di guinzaglio non andrebbe mai usato); 9) lasciatelo libero di sfogarsi nel primo quarto d’ora durante la passeggiata al parco, ovviamente nelle aree consentite, correndo a perdifiato, annusando tutto e giocando con qualche suo simile; 10) intervenire con un secco “NO” quando il comportamento del vostro cane inizia a uscire dai vostri parametri; 11) mangiare sempre prima del cane: lui deve aspettare mentre voi siete a tavola imparando, a non disturbare per potere al termine ricevere il premio, cioè il suo pasto; 11) non offrire mai cibo da tavola, senza lasciarsi intenerire da eventuali occhi languidi; 12) non fate riposare il vostro cane con voi sul letto o sul divano e non lasciate che lui lo usi a piacimento. Se consentite questo comportamento, in breve tempo il cane considererà il divano la sua cuccia e, quando un estraneo o un amico cercherà di sedersi, potrebbe trovarsi aggredito dal vostro cane; 13) uscite tranquillamente da casa, lasciando il cane da solo (ovviamente gradualmente) e quando rientrate non fategli troppe feste. Anzi spesso è bene mostrare una certa indifferenza. Solo dopo un po’ lo chiamerete e gli farete due coccole; 14) non lasciate mai che il cane abbia l’ultima parola e che l’abbia vinta… voi avete sempre ragione!

Seguite questi piccoli consigli senza però, al momento giusto, fare mai mancare al vostro cane carezze, gioco, dialogo verbale, contatto fisico e divertimento.

Ѐ molto importante, però, avere cura che la gestione dell’iniziativa e dei momenti di interazione rimangano sempre nelle mani dell’uomo.

In questa maniera si può rendere semplice la riuscita del lavoro di costruzione della struttura sociale uomo-cane e una volta ottenuti i risultati voluti, si potrà godere della presenza di un soggetto capace di vivere serenamente nella nostra complicata società.

Il cane individua il suo leader nell’elemento della famiglia più autorevole. È normale che si affezioni maggiormente a chi regola con autorevolezza le attività della famiglia piuttosto che a colui che gli offre il cibo o che lo porta al parco; è, anche, normale che in una famiglia numerosa il capobranco sia identificato in un solo individuo, ma se tutti i componenti si comporteranno con condotta dominante, il cane li rispetterà come superiori e condurrà una vita felice piena di soddisfazioni da entrambe le parti.

Lo scopo del lavoro da fare quando s’introduce un animale in casa è di fornire a un cane un branco forte e stabile cui fare riferimento.

Dott. Carlo Giulianelli, Medico Veterinario Torino