Il cane giusto per me: una scelta ragionata
5 dicembre 2013
7 min

Il cane giusto per me: una scelta ragionata

cura
Credo che, chi si trovi nella piacevole situazione di dover scegliere il cane destinato a diventare il partner nella propria realtà sociale e abitudinaria, debba considerare attentamente quanto segue prima di procedere a un acquisto che potrebbe rivelarsi affrettato e incauto, solo perché determinato da motivi di gusto estetico o per seguire il trend del momento.

Così non può essere: i cani non sono tutti uguali, indipendentemente da mole e morfologia, ma possiedono delle specifiche comportamentali e psico-biologiche che li rendono più o meno adatti, se non addirittura controindicati, rispetto al nostro stile e contesto di vita.

IL CANE “LAVORATORE”

Certo il cane è cane dal punto di vista biologico della definizione di specie, tanto più se a questa associamo una connotazione “ecologica”, intendendone l’appartenenza a una nicchia comune a quella occupata dalla specie umana. Nei secoli la relazione tra cane e uomo è diventata sempre più stretta. Ma durante questa storia si è passati da cani non specializzati a individui che manifestano caratteristiche e attitudini sempre più specializzate e funzionali per assistere l’uomo nell’adempimento di determinate mansioni.

Attraverso questo tipo di selezione è nato il cane da LAVORO! Il lavoro selettivo che ha determinato nel tempo la nascita delle diverse razze solo parzialmente e in tempi più recenti si è concentrato sull’aspetto morfologico. Le diverse razze sono state create adatte a svolgere un LAVORO, privilegiandone gli attributi, a volte anche morfologici (pensiamo ai levrieri costruiti per poter correre veloci su brevi distanze), che li rendessero adatti a questo. Se vogliamo, anche la categoria dei cani da compagnia può essere fatta risalire a questo concetto. Sono stati fatti per offrire compagnia all’uomo: questo era il loro lavoro!

Ma nella stragrande maggioranza, le razze possono essere fatte risalire per caratteristiche anatomiche, ma anche attitudinali, comportamentali e caratteriali a quello che era il loro scopo originario: ecco perché ancora oggi si usa distinguere tra cani da pastore, cani da guardia, cani da ferma, cani da riporto e così via… Queste caratteristiche sono stampate in maniera indelebile e ineludibile nel DNA di ogni singola razza.

Nella società moderna e tanto più nella dimensione urbana assistiamo a un cambiamento del ruolo che il cane riveste, in cui perde la sua dimensione attiva e di lavoro e il rapporto si concentra in quello di partner sociale dimenticandosi o, quanto meno trascurando, quelle che sono le specifiche etologiche di razza e i suoi BISOGNI e MOTIVAZIONI COMPORTAMENTALI!

Trattandosi di bisogni e – come già detto – di caratteristiche ineludibili, il candidato proprietario non potrà e non dovrà non considerali, sottovalutarli, perché questa è l’origine dei maggiori problemi di cui l’educatore subirà le lamentele, fino al punto in cui il proprietario, sotto un cero punto di vista, arriverà a temere i comportamenti del proprio cane!

IL BISOGNO DI ATTIVITÀ

Proprio per quanto detto, NESSUN CANE è nato per starsene in panciolle davanti al camino! Ogni tipologia dovrà esprimere in maggiore o minore un bisogno di attività che potremo esprimere in termini di tempo.

Possiamo considerare una media piuttosto realistica, quella di 3-5 ore di attività fisica quotidiana, ma sicuramente per un Border Collie questo valore è mediamente sottostimato nella maggiore parte dei casi-soggetti. Viceversa nel caso di un Bulldog o di un Carlino.

Ѐ evidente, sempre per quanto detto prima in riferimento alle attitudini di razza, che il tipo di attività sarà diversificato: l’intensità con cui un Maremmano svolgerà attività di controllo e vigilanza del territorio sarà maggiore di quella di un Labrador.

Ma le attività e i comportamenti che ogni cane emette, per lo più su base genetica/innata, seguono schemi motori specifici che rimandano a determinate motivazioni: un Border avrà l’impulso a inseguire il malcapitato ciclista, un Retriever quella di riportare trionfante un selvatico, alcune razze di Pastori (Malinois) e alcuni Molossoidi quella della gratificazione del morso.

In parte potremmo contrastare queste tendenze, offrendo al cane attività altrettanto motivanti (area del piacere), ma rimarrà comunque una componente (area del bisogno) inestinguibile, nei cui confronti la nostra unica possibilità sarà quella di reindirizzarla e contestualizzarla verso un target che si riesca a gestire (pallina, fresbee, salsicciotti…).

Cosa potrebbe accadere se noi negassimo al cane il suo bisogno di attività, la possibilità di esprimere i propri bisogni comportamentali? La mancanza di attività è la causa maggiore di STRESS nel cane familiare con le conseguenze, spesso deleterie, che ciò comporta!

Spesso mi sento dire che al cane sarebbe riservato un ampio giardino sufficiente per dargli la possibilità di svolgere attività locomotoria. Errore: l’attività deve essere strutturata, organizzata e stimolata. In assenza di stimoli correttamente offerti, ben difficilmente il cane si metterebbe in testa di svolgere un programma di allenamento e torniamo al punto dell’inseguimento oltre le barrire della proprietà di malcapitati ciclisti o jogger, piuttosto che ad atteggiamenti distruttivi nei confronti di aiuole e scavi di campi minati per sopperire allo stress e alla noia. La sua attività fisico-locomotoria deve essere coordinata, inserita fondamentalmente nel contesto ludico e nella relazione; insomma, noi non possiamo esimerci da un certo tipo di responsabilità delegando al cane capacità e intenzioni organizzative. Noi, in ultima analisi, siamo i referenti del bisogno di organizzazione del cane!

IL CARATTERE

Secondo una vecchia scuola di pensiero della cinofilia, il carattere di un cane si definiva in funzione della somma del valore di una serie di voci, quali TEMPRA, TEMPERAMENTO, VIGILANZA, AGGRESSIVITÀ, DOCILITÀ e altre ancora.

Ora io ritengo questo riduttivo e credo che questi attributi psico-biologici si connettano e si combinino in un insieme complesso che determina la personalità del singolo soggetto.

Di questi parametri (almeno 4), in maniera forse un po’ semplicistica, il candidato proprietario dovrà prendere coscienza e avere la serenità di confrontarcisi.

TEMPERAMENTO: indica la velocità di reazione a uno stimolo. Un cane con alto temperamento sarà decisamente un cane attivo, vivace, dinamico, al limite esuberante, sicuramente poco predisposto alla sedentarietà. Per esempio: i Border, Malinois, Pastore Tedesco.

TEMPRA: capacità di reazione agli stimoli. Avremo, quindi, un cane tenace, determinato, difficile da scoraggiare. Amstaff, Bull e altri Terrier anche di piccola mole (Jack Russel), Australian Shepherd.

DOCILITÀ: predisposizione all’obbedienza e all’accettazione della leadership umana. Sicuramente i Golden. A questi si contrappongono i cani inclini all’indipendenza e all’autonomia, quali i nordici (Husky, Akita, Shiba….) e quelli molti primitivi.

AGGRESSIVITÀ: tendenza a reagire in maniera reattiva e aggressiva a uno stimolo sconosciuto o considerato minaccia. Molossoidi e Pastori da Guardiania (Caucaso, Ciarplanina…) e altri Pastori.

Tutto questo preambolo è inteso a dimostrare come IL CANE GIUSTO PER ME non possa e non debba essere quello che ci ha impressionato in una performance mediatica (dietro ci stanno ore di impegno e lavoro), né quello che per il suo aspetto starebbe tanto bene in casa nostra, così come nemmeno quello che potrebbe dare soddisfazione al nostro ego.

Il cane giusto può essere solo quello che per e sue caratteristiche psico-biologiche e i suoi bisogni comportamentali può trovare nel contesto in cui verrà inserito soddisfazione alle sue esigenze in termini di tempo, spazi e abitudini.

Se la nostra è una vita prettamente sedentaria, poco incline alle esperienze all’aria aperta, un Amstaff o un Border Collie assolutamente non faranno al caso nostro.

Se non pensiamo di avere sufficientemente tempo, impegno e perseveranza per tenere testa all’esuberanza di un Jack Russel, meglio indirizzarci su di un’altra razza più contenuta.

Se riteniamo di non avere un carattere sufficientemente solido ed equilibrato, meglio lasciare perdere i molossoidi.

Il cane giusto non è quello nei cui confronti possiamo garantire le esigenze di base: alimentazione, una cuccia e qualche sporadica uscita per espletare le funzioni fisiologiche, relegandolo poi al ruolo di pantofolaio salottiero (salvo alcune eccezioni nell’ambito dei piccoli cani da compagnia, ma non tutti!)

Si rende necessaria, avvalendosi dell’ausilio di un esperto, una sincera analisi delle specifiche caratteristiche e del concetto fondamentale di bisogno comportamentale. Solo confrontandoci con questi argomenti in relazione al nostro stile di vita, potremo valutare se potremmo garantire la piena soddisfazione e realizzazione del cane e in base a questo orientarci su di una determinata razza riuscendo a identificare il CANE GIUSTO per noi.