Il collare a strangolo: uno strumento utile o crudele?
13 maggio 2013
3 min

Il collare a strangolo: uno strumento utile o crudele?

addestramento
Cari amici, ogni giorno arrivano messaggi e notizie sull’uso errato del collare a strangolo, ma c’è chi lo utilizza e lo trova efficace e risolutivo. Innanzitutto, ritengo che sono da escludere gli strumenti e le azioni coercitive sui cani con il fine di educarli: “collari con punte, collari a strangolo, collari a impulsi elettrici, schiaffi, calci, etc….”.

L’ educazione di un cane fa parte di un processo complesso dell’apprendimento, che ciascun individuo apprende all’interno dell’ambiente in cui vive e può subire modifiche attraverso l’impegno da parte di educatori (proprietari), intervenendo in modo corretto, in modo da correggere i comportamenti indesiderati. Per rispondere a qualcuno che mi chiede: “Se non uso il collare a strozzo, come faccio a far smettere al mio cane di trascinarmi per le scale quando apro la porta?”.

Bè, innanzitutto lo invito a impegnarsi mentalmente a trovare un’alternativa che possa gratificare ulteriormente il cane prima di arrivare giù in strada, ci si può orientare e approfondire il concetto di “rinforzo positivo”, trasformando il classico comando in stimolo segnale. Dopodiché, quando si è certi che il cane si aspetta la gratificazione lungo il percorso delle scale, si è già a un punto di svolta, il cane ora è concentrato su qualcosa che dipende da te e non più dalla strada, il tuo compito sarà di riuscire a mantenere sempre alto il livello di attenzione del tuo amico peloso.

L’uso di uno “strumento o azione” che induce il cane a ricevere un rinforzo negativo può funzionare in natura, perché gli consente di evitare errori fatali che potrebbero costargli la vita e, quindi, lo inducono a trovare delle strategie alternative per risolvere un problema. L’applicazione di questi metodi risale a tempi antichi, quando la cultura cinofila era ancora legata ai libri scritti dai nostri colleghi istruttori, che addestravano i cani per vari scopi – perlopiù cani da guerra – applicando il rinforzo negativo (cessazione dello stimolo avversivo). 

In pratica, pronunciando un comando, il cane percepisce qualcosa del genere: se non fai ciò che ti dico, ti arriverà qualcosa di non gradito, quindi fallo e velocemente. Successivamente, allo stesso comando, il cane avrà elaborato il tutto e saprà bene che se non esegue velocemente ciò che gli è stato ordinato, si farà male!

Sono convinto che la scelta di uno strumento coercitivo dipenda da fattori individuali legati a una cultura, conoscenza e carattere. Sono tante le persone che scaricano sul proprio cane la frustrazione dovuta dall’incapacità di riuscire a comunicare e questo generalmente deriva da una poca conoscenza didattica. Strattonare con il guinzaglio, colpi o botte non aiutano a creare la giusta armonia, è necessario guadagnarsi la fiducia e il rispetto del proprio amico, attraverso azioni mirate e gratificando ogni piccolo risultato, aumentando nel cane il desiderio di seguire il suo amato “boss”.

Tuttavia, sono più gli istruttori che si sono avvicinati all’educazione cinofila a fare maggior uso del collare a strangolo che gli educatori di nuova generazione e presumo che derivi da una scuola di pensiero e da un’azione pratica per lo più acquisita in campo, attraverso metodi di addestramento per accedere ai brevetti di lavoro.

Il mio parere rivolto ai proprietari che hanno il dubbio sull’utilizzo del collare a strangolo per ovviare al problema del cane che tira al guinzaglio, è quello di eliminare il collare a strozzo e farsi aiutare da un educatore cinofilo che valuti il motivo principale per cui il cane è spinto a tirare al guinzaglio e intervenire successivamente per attuare eventuali correzioni.