Il distaccamento materno: a che età prendere il cucciolo?
9 febbraio 2012
6 min

Il distaccamento materno: a che età prendere il cucciolo?

Troppe volte sento dire che regalano o peggio ancora vendono cuccioli di appena 40 giorni oppure sento raccontare di gente che prende il cane per salvarlo da chi minaccia di ucciderlo se non viene adottato. In quest’ultimo caso sicuramente abbiamo salvato quella cucciolata, ma chi mi dice che poi quell’individuo non farà di nuovo accoppiare la sua femmina? Forse il modo per salvarli è denunciare certe persone (sinceramente chiamarle tali è un complimento!) e magari togliere loro tutti i cani.
La motivazione di affidamenti precoci è sempre la stessa, la mamma ha smesso di allattarli, in realtà costituiscono un costo, tra cibo, vaccinazioni e altro. 

Se interessa il benessere dell’animale, si deve sapere che è proprio quando finisce l’allattamento che il cucciolo apprende tutte quelle nozioni dai genitori che nessun altro riuscirà mai a dargli. In questo periodo impara la gerarchizzazione alimentare, l’acquisizione dei sistemi di comunicazione e delle regole sociali e il distacco materno. Per completezza d’informazione, il corretto distaccamento dalla mamma può evitare problemi anche gravi come
– quello da separazione, cani che se rimangono fisicamente separati dal proprietario hanno comportamenti distruttivi e ossessivi;
– Ipersensibilità e Iperattività, quindi il cucciolo non è in grado di acquisire gli autocontrolli;
– Dissocializzazione primaria, ovvero cani che non hanno appreso segnali di controllo e di  arresto e non sanno produrre gli opportuni segnali di pacificazione
– Sindrome da privazione sensoriale, significa che ha paura di qualsiasi cosa cui non è stato in contatto durante i primi mesi di vita: molto rapidamente il cane inizia a mostrare comportamenti di anticipazione e generalizzazione.

Non voglio fare terrorismo, né far identificare in certi problemi che sono da veterinario comportamentalista (attenzione a coloro che vogliono risolvere problemi comportamentali senza l’ausilio di questa figura). Bisogna avere le corrette nozioni relativamente il corretto distaccamento del cucciolo e cercare di evitare di far guadagnare coloro che definirei più propriamente produttori di cani, ai quali infatti non interessa il bene dell’animale ma solo guadagnare o risparmiare sulla sterilizzazione delle femmine (che tra l’altro spesso è gratuita se affidata a associazioni animaliste).

C’è da dire che è impossibile in un articolo riuscire a descrivere tutto, ma quando decidiamo di prendere un cane oltre all’età bisogna tener conto di molti fattori innanzitutto se andare in allevamento, in canile o prendere il cane dall’amico dell’amico che ha fatto fare una cucciolata in casa. Il mio consiglio è sempre lo stesso: prendere i cuccioli da bravi allevatori/persone o nei canili/rifugi che funzionano!

Ma come fare per individuarli?

La via migliore è farsi guidare da persone esperte che  accompagneranno nella scelta, ma se per qualche motivo si vuole valutare in autonomia, basta avere qualche pillola di saggezza.
In primis la mamma, tenendo conto della razza, non dovrebbe essere troppo giovane, tra una cucciolata e l’altra si dovrebbero aspettare alcuni calori e non dovrebbe fare più di 3 cucciolate nella sua vita. Fondamentale di conseguenza è vedere i genitori, oltre che la mamma anche il papà serve per valutare le predisposizioni comportamentali del cucciolo.

Altro punto importante è che i piccoli dovrebbero stare in casa, per abituarsi ai rumori, alle persone e alla quotidianità, essere portati fuori per conoscere altri cani (di razza, mole ed età differenti), luoghi, persone perché tutto quello che conoscerà in questo periodo sarà importante per prevenire la maggior parte dei problemi comportamentali e l’affidamento sarà meno traumatico. Spesso la socializzazione durante il periodo sensibile, non può sempre avvenire per i cuccioli che arrivano da canile/rifugio, ma basta osservare qualche attenzione in più, magari aiutati da un educatore cinofilo per risolvere il problema, tenendo conto che in ogni caso, qualunque sia la provenienza, una buona Puppy Class dovrebbe essere una tappa obbligatoria.

Ultimo punto da osservare  è che per chi deve dare il cucciolo nessuno è all’altezza e quindi cercherà il più possibile che il piccolo vada in buone mani, anche a costo anche di tenerselo. Ecco quindi che dover rispondere a tutte quelle domande, che a volte possono sembrare inopportune, sono fondamentali segnali della serietà del professionista che ci troviamo davanti. In alcuni casi farà addirittura una visita a sorpresa per vedere se il cucciolo sta bene e come vive.
Concludendo, per far fare i cuccioli al proprio cane si ha una responsabilità non da poco, bisogna avere una grande passione, un grande amore per il proprio compagno a 4 zampe e almeno un po’ di cultura cinofila (o aiuto da chi ne ha).

Appositamente non ho parlato dei cuccioli venduti nei negozi perché non è possibile in questi ambienti riuscire a soddisfare tutte o in parte le caratteristiche descritte. Tenendo conto che spesso si alimenta un commercio illegale di cuccioli dall’ est Europa, tristemente noto, se proprio vogliamo spendere due parole, basta far notare cosa può provare un cucciolo in questi casi: rimanere chiuso dentro ad una teca di vetro per ore, continuamente sottoposta a luce artificiale, rumori innaturali e stimoli continui come bambini che urlano battendo sul vetro e curiosi di turno, quando invece avrebbe bisogno del giusto equilibrio sonno-veglia, proprio come un neonato. Non bisogna mai dimenticare che il venditore non è un allevatore, infatti il bravo negoziante vi suggerirà un buon allevamento o canile/rifugio dove trovare il vostro futuro amico.

Sono fermamente convinta che ci vorrà un po’ di tempo, ma con un’accurata cultura cinofila eviteremo di farci prendere in giro da chi vuole solo i nostri soldi e non il benessere dei cani e contribuiremo alla diffusione di una nuova sensibilità.

Quindi a che età prendere un cucciolo?

Il mio consiglio è di evitare di separare il cane dalla mamma prima delle nove settimane (che non equivalgono ai 2 mesi dato che sono pari a otto settimane). L’ideale sarebbe aspettare la dodicesima settimana, così eviteremo il periodo più delicato e importante della socializzazione e dell’impronta della paura. Periodo sensibile che inizia alla settima settimana per concludersi alla decima, con un picco nell’ottava (sempre se sono soddisfatte tutte i fondamentali descritti).

E se proprio capita di salvare un cucciolo troppo piccolo e non ci sono né genitori né fratelli, beh, allora facciamoci aiutare da un esperto.