Il Dobermann
23 luglio 2014
4 min

Il Dobermann

etologia

Il Dobermann è recente e le sue origini si formarono nell’intervallo che va dal 1850 al 1870, in Germania. Il creatore della razza, Friedrich Louis Dobermann, in questa città si occupò di svariati incarichi, tra i quali quello di messo comunale ed esattore delle tasse, lavori pericolosi da quelle parti e per quei tempi.

Frequentatore di mostre canine dove venivano esposti animali selezionati per le loro qualità migliori (velocità, caccia, guardia), sentì l’esigenza di selezionare una razza dove spiccassero alcune qualità, come il coraggio, la tempra e l’amore viscerale verso il conduttore. Creò un cane che, nel momento del bisogno, si tramuta nel miglior difensore che si possa desiderare di avere al proprio fianco.

Le razze utilizzate per la selezione del Dobermann sono varie e non si conoscono tutte con certezza. La base di partenza fu il Pinscher e vennero poi introdotti lo Stoppelhopser, l’antenato dell’attuale Pastore Tedesco e oggi completamente estinto, come anche il cane da macellaio, progenitore dell’attuale Rottweiler usato come bovaro, il levriero Greyhound, il Beauceron.

La razza Dobermann venne ufficialmente riconosciuta nel 1898, ben quattro anni dopo la morte del suo creatore. Durante la prima guerra mondiale, i Dobermann vennero impiegati nell’esercito tedesco per portare ordini al fronte, ricercare feriti e dispersi e per fare la guardia a prigionieri o depositi. Oggigiorno viene adoperato da moltissime associazioni di pubblica utilità come cane da ricerca e soccorso e da svariati eserciti come cane da difesa o da ricerca di stupefacenti ed esplosivi. Negli USA viene usato dai Marines che lo soprannominano “Devil Dog”, a causa della particolare similitudine con le corna che assumono le orecchie quando vengono tagliate.

CARATTERE

Contrariamente a come viene spesso descritto, il Dobermann è un cane pacifico e socievole, ma suscettibile, affettuoso, attento, curioso, molto coraggioso, è spesso vittima di false leggende negative, come per esempio la crescita eccessiva del cervello con conseguente pazzia che deriverebbe dalla compressione dello stesso nella scatola cranica. Una leggenda che ne fa una delle razze più discusse.

A sfatare il mito del “cervello che cresce più della scatola cranica” o “del cranio che smette di crescere e schiaccia il cervello” – al di là dell’evidente contraddizione tra le due versioni e della sciocchezza a livello anatomico – è sufficiente la constatazione che la compressione della massa cerebrale, anche in misura minima, creerebbe evidenti problemi non solo a livello di umore e di carattere, ma anche a livello motorio e sensoriale. In altri termini, qualsiasi essere vivente dotato di encefalo racchiuso in scatola cranica, che si trovasse in tali condizioni, avrebbe progressive difficoltà nella deambulazione, nel controllo sfinterico, nell’orientamento e nell’equilibrio, oltre a evidenti deficit visivi, uditivi e sensoriali in genere fino alla morte, dovuta al graduale e inarrestabile deterioramento cerebrale.

Classificato come cane da difesa, presenta un ottimo livello di addestrabilità. Legatissimo alla famiglia nella quale vive, ha bisogno di un costante contatto con il suo padrone che venera e difende fino alla morte. Dimostra grande delicatezza, premura e attenzione verso i bambini. È un ottimo compagno di giochi, sempre allegro, molto paziente e tollerante. Naturalmente è indispensabile che i bambini vengano educati al rispetto del cane (ma questo vale per ogni tipo di animale) e che durante il gioco sia presente un adulto.

DESCRIZIONE FISICA

Cane di taglia medio-grande, atletico e slanciato. Muscoloso ma complessivamente leggero, non deve mai dare l’impressione di pesantezza. Coda tradizionalmente amputata corta, se lasciata integra è sottile, di media lunghezza. Testa piccola, assi cranio-facciali paralleli, occhi piccoli, orecchie inserite in alto, attualmente il taglio in Italia e in molti altri paesi europei non è più ammesso, collo slanciato ed elegante. Il pelo è sempre raso e lucido. Il colore più comune è il nero focato, ma viene ammesso dallo standard anche il marrone focato; altri colori non riconosciuti dallo standard FCI sono il blu focato, l’Isabella e l’albino. Per quanto riguarda il manto blu e Isabella, dal 1995 non sono più accettati e non è stata più permessa la riproduzione agli individui di quel tipo.