Il lupo può essere considerato un super predatore e, senza ombra di dubbio, uno dei predatori di maggiore successo mai apparsi sulla Terra. Si posiziona al vertice della piramide alimentare e l’unico nemico naturale che ha è rappresentato dall’uomo. Lo spettro alimentare del lupo spazia dal topo ad animali grossi e combattivi come il bisonte o l’alce. Un importante autore ricorda come di prede di queste dimensioni non si riesca ad avere ragione con il solo istinto, ma si rivela molto più importante una specifica attitudine e capacità di apprendimento. Si nota un progresso effettivo solo quando sia possibile trasmettere alle generazioni successive quanto il singolo individuo è riuscito ad apprendere. Ma perché ciò avvenga e si possa trasmettere alle generazioni successive quanto appreso, deve esistere nei discendenti una predisposizione all’apprendimento. Ma la predisposizione all’apprendimento è possibile solamente se si accetta e si segue l’esperienza di chi è più anziano. Il medesimo autore termina ricordando come il riconoscimento dell’autorità è decisamente il principio portante di tutte quelle forme nate per vivere in società e che comprendono specie come i canidi gregari ( lupo, cane domestico ) e l’uomo. Ho fatto questa premessa perché la ritengo utile per aiutare a comprendere quali sono le condizioni base necessarie per la vita in branco. La vita in branco, oltre a richiedere il rispetto delle gerarchie (come illustrerò in seguito ) presenta molteplici vantaggi. Primo tra tutti vantaggi durante la caccia. La vita in gruppo ha consentito al lupo di specializzarsi sui grandi ungulati, prede molto più grandi di lui che cacciando da solo molto difficilmente riuscirebbe ad abbattere. Ciò ha permesso a questa specie di differenziare e massimizzare il suo spettro alimentare. Quindi il lupo è in grado di catturare prede che vanno dal topo al bue muschiato. Tuttavia, a seconda delle varie zone dove vive, le prede preferite sono rappresentate da daini, cervi, renne, alci, buoi muschiati, pecore e capre selvatiche. Poiché molte delle su menzionate specie sono dotate di struttura fisica e forza notevole solo gli esemplari giovani, i soggetti deboli o malati e quelli anziani possono essere catturati dai lupi. In ciò aiutati dalle tecniche di caccia in branco che rendono la caccia stessa molto più efficace e produttiva. Nonostante ciò va ricordato che la difficoltà nella caccia di grosse prede è tale che solo un assalto su dieci va a buon fine. I prelievi effettuati in natura di esemplari deboli o malati da parte dei lupi si rivelano molti importanti per un controllo numerico ( quantitativo ) e qualitativo delle popolazioni. Infatti, nelle aree dove i lupi sono stati sterminati, le popolazioni di ungulati sono cresciute a dismisura finendo per autodanneggiarsi, giungendo al paradosso che oggi, in molti parchi naturali, è l’uomo che deve provvedere all’abbattimento selettivo degli ungulati nel tentativo di mantenere le popolazioni originarie di selvatici in buona salute. NELLA FOTO UN SIBERIAN HUSKY, RAZZA DOTATA DI FORTE ISTINTO PREDATORIO. CONTINUA ….