Il pastore maremmano abruzzese
7 giugno 2013
4 min

Il pastore maremmano abruzzese

Il maremmano abruzzese è un cane autoctono della nostra penisola. Di sicura derivazione dal mastino tibetano, in Italia si è stabilito con i pastori che arrivarono dalle lontane terre dell’ovest.
Nelle regioni centro meridionali italiane si è insediato e ha fissato i caratteri della sua razza, usato da sempre più che per la caccia, per la guardia del bestiame; è stato anche utilizzato durante la Prima Guerra Mondiale per i servizi di rifornimento agli alpini stanziati sulle montagne. Il manto bianco e la mole forte fecero di lui un compagno essenziale per i molti reparti di stallo sull’Adamello.

Il pastore maremmano abruzzese, per natura, sembra essere del tutto diverso dal tipico cane che aiuta l’uomo delle mansioni quotidiane. Lontano della giovialità del border collie e meno attaccato al padrone del pastore tedesco, il maremmano abruzzese sembra quasi un’anomalia nel panorama delle razze da utilità. Conoscendo meglio la razza e riflettendo sull’uso che gli uomini, negli anni, hanno fatto di questa, si possono arrivare a chiarire molte cose circa questo cane e del suo carattere.

Il suo carattere si è plasmato attraverso secoli di vita trascorsa in un ambiente molte volte ostile, sotto la tutela di padroni-pastori che non gli riservavano carezze o tenerezze. Considerati dall’uomo come veri ausiliari, ai pastori maremmani veniva chiesto prima di tutto l’attaccamento al gregge e non alla mano umana, la capacità di autodecisione per poterli lasciare soli durante le lunghe ore del pascolo d il coraggio di affrontare l’avversario, chiunque esso fosse. Tali richieste hanno formato per generazioni il carattere, rendendolo un ottimo guardiano, capace di autogestire le sue azioni, fino ad arrivare alla dissoluzione del suo istinto predatorio, che farebbe del suo gregge un cibo eccellete.

Il pastore maremmano, fin da cucciolo, vive con le pecore e gli agnelli, integrandoli nel suo concetto di famiglia da proteggere a ogni costo. Più che l’uomo, con il quale non lavora sottomesso ma al fianco, è con il suo gregge che questo cane tesse una fitta rete relazionale e affettiva. Ovviamente i cuccioli nati negli allevamenti non sono selezionati per la guardia al pascolo, ma mantengono ugualmente intatto, molto del loro carattere ancestrale. L’uomo in lui non troverà la sottomissione tipica delle razze abituate al lavoro sotto la mano umana, ma un compagno al suo pari, dotato di una sua intelligenza e con dei comportamenti autonomi.

Il pastore maremmano abruzzese è poco presente nelle nostre città, sia per la nomina di cane aggressivo e indocile – cosa non sempre vera, certo alcuni possono essere in questo modo, ma altri sono invece dei cani equilibrati, che non amano però le costrizioni – sia perché è nato per fare la guardia. Queste caratteristiche sono da tenere in mente, se decidiamo di prendere questa razza.
In genere, non sviluppa attaccamenti selettivi per questo o quel membro della famiglia: tutti fanno parte del suo branco sul quale lui deve vigilare.

Non è, quindi, un cane per tutti, ma occorrono persone con conoscenza della razza e di psicologia canina. Cresciuto tra le aspre montagne, in compagnia di uomini non troppo avvezzi alle smancerie, il pastore bianco ha imparato a fare a meno di carezze e affettuosità. Affezionato, comunque, al suo branco, a modo suo vi dimostrerà il suo amore, ma dovrete essere voi a capire le sue effusioni brevi e alle volte un po’ brusche.

Per questo non è un cane particolarmente adatto per quelle persone che vogliono una costante presenza vicino a sé, schivo per natura il maremmano sarà apprezzato da quanti come lui sono dotati di senso pratico e hanno poco bisogno di una richiesta d’affetto continuo. Non è appiccicoso né petulante, ma indipendente e discreto: è sicuramente un buon compagno per chi vuole un cane da guardia, sensibile ma autorevole, dotato di grande dignità che però deve essere rispettata.