Il Rottweiler, un po' di storia..
25 luglio 2013
3 min

Il Rottweiler, un po' di storia..

etologia
Fino ad alcuni anni fa, la maggior parte degli studiosi riteneva che tutti i Molossi discendessero dal Mastino del Tibet, che ne era considerato il progenitore. Questa tesi, alla luce dei nuovi ritrovamenti archeologici e nuove metodologie d’indagine, sta perdendo credito, poiché in quella regione non sono stati rinvenuti reperti e immagini che documentino l’esistenza di un cane simile.

Dopo questa “prefazione” vado a descrivere un po’ di storia della razza da me allevata e, precisamente, il Rottweiler. Il suo nome deriva dalla città tedesca di Rottweil, nel Wurtttemberg, che fin dai tempi dell’occupazione romana ha avuto intensi traffici commerciali di bestiame con il cantone di Argovia (Svizzera), poiché a Rottweil si svolgeva un importante mercato del bestiame. Per secoli gli allevatori di bestiame che accompagnavano le mandrie, per essere vendute, si servirono di cani di grossa mole, poderosi e coraggiosi, che aiutavano i mandriani-mercanti nella guida e nella guardia delle mandrie e, una volta venduti i capi al mercato, proteggevano il ricavo (danaro) nel viaggio di ritorno lungo le strade infestate dai briganti. Tanta era la fiducia che questi mercanti riponevano nei loro cani, che usavano legare al loro collo una borsa di pelle contenente il denaro ricavato dalla vendita dei capi di bestiame, al fine di metterlo al sicuro.

Qui cani bovari erano discendenti dei Molossi che i Celti, gli Alani, gli Unni e i Romani introdussero in tutta l’Europa Centrale e che sono i progenitori dei cani bovari Svizzeri, a loro volta antenati del nostro Rottweiler. Il cinologo tedesco Strebel ritiene che la razza discenda dal “bovaro bavarese”, a sua volta imparentato con il “bullenbeisser”, ma di quest’ultimo non v’è alcuna traccia o notizia. Odiernamente è possibile trovare punti in comune tra il Rottweiler e altre razze svizzere quali: il Bovaro del Bernese, il Grande Bovaro Svizzero e il Bovaro dell’Appenzell. La costruzione è simile e, anche, i colori del mantello si assomigliano, se si eccettua per il bianco, che nei bovari svizzeri è richiesto, mentre nel Rottweiler no (lo era fino a qualche decennio fa, come confermano testi pubblicati tra il 1949 e il 1965).

Anticamente il Rottweiler era conosciuto come “packer” (morditore), definizione che sottolinea la forza della presa mascellare e con quello di “metzgerhunde” (cane del macellaio), per indicare il suo impiego. Il Rottweiler è stato, anche, impiegato come cane da traino (vista la sua notevole forza), carretti che portavano il latte o altre merci dei venditori ambulanti. Allevata nel Sud della Germania, grazie alle sue straordinarie doti, la razza è giunta intatta fino alla fine del 1800, quando l’obbligo di trasportare bestiame non più sulle strade ma con l’utilizzo del trasporto su rotaia rese inutile il servizio svolto dal nostro cane per secoli e portò il Rottweiler quasi all’estinzione. I pochi cani che si salvarono fu solo grazie alle loro doti di guardiano e difensore, che seppero dimostrare.

Alla fine del XIX secolo alcuni cinofili e appassionati iniziarono la selezione che ha portato alla razza odierna. Il Rottweiler è oggi un cane da guardia, difesa, compagnia e che, per le sue doti, viene impiegato in molteplici attività sportive (agility, obbedience, utilità e difesa) e non (protezione civile, polizia). Non è un cane per tutti e deve essere gestito da persona con esperienze passate con cani e/o che sappia imporsi (con delle regole), ma senza modi bruschi. A oggi, il Rottweiler è uno tra i cani più equilibrati del panorama canino.