Negli ultimi anni, molti studi hanno approfondito la relazione uomo-cane. Alcuni di questi hanno iniziato a mettere in dubbio che i nostri cani cercherebbero, dove avessero la possibilità, di elevare il proprio status all’interno del branco umano. In sostanza, la domanda che questo studio ci pone è: alcuni cani vogliono veramente elevare il loro status all’interno del branco umano? A tal proposito, è utile considerare che ci può essere un punto di vista alternativo alle classiche conoscenze che abbiamo in merito alla gerarchia.
La prima domanda che possiamo porci riguardo questa questione è: il cane ci percepisce parte di un branco? Non c’è dubbio che i cani siano animali sociali, ma durante la fase di imprinting il cucciolo si riconoscerà cane e saprà riconoscere i propri simili e si comporterà di conseguenza. Noi accogliamo il cane nella nostra famiglia, ma questo non ci vedrà come un branco. Ciò deriva proprio dall’imprinting. Il cane non pensa e agisce come noi, non vive in base ai nostri valori. Se accettiamo questa teoria, dobbiamo capire e concludere che il cane non può percepirsi parte del branco umano e, quindi, non tenderà a elevare il proprio status gerarchico.
Il cane sa benissimo la differenza di ruolo fra un branco di altri cani e il suo gruppo famigliare e non tenderà ad alzare il suo status con noi umani, perché per lui questo escalation di gerarchia con il gruppo umano non ha senso. Considerato ciò, quando ci rapportiamo con il cane di famiglia, dovremmo provare a non basare alcuni comportamenti – sia nostri che quelli del cane stesso – a una gerarchia o a una dominanza, perché avendo il cane istinti, motivazioni e bisogni differenti dai nostri, non sempre ogni comportamento che può avere dipende dal fatto che ci vuole dominare.