Le origini del rapporto uomo-cane
11 dicembre 2012
2 min

Le origini del rapporto uomo-cane

amicizia

Senza dubbio, nell’origine della convivenza tra cani e umani ha giocato un ruolo preponderante l’istinto di guardia e di difesa: tuttavia, la presenza di resti ossei canini in tombe umane risalenti all’era preistorica avvalora l’ipotesi secondo cui già allora il nostro amico a quattro zampe giocava un ruolo di “compagno”, oltre che di pura “arma di difesa”.

Il cane domestico è l’esito del lunghissimo processo di addomesticamento del lupo, durante il quale il cane selvatico si è profondamente modificato dal punto di vista evolutivo e genetico. Con il tempo, tale animale si è allontanato dalle regole più rigide che regolano la vita in natura così da avvicinarsi sempre più al mondo umano.

Nella prima fase dell’addomesticamento, il profilo comportamentale del cane ha subito modificazioni importanti: sono aumentate docilità, tolleranza e giocosità, mentre sono diminuite aggressività, combattività e reattività. Col passare del tempo, poi, i primi cani hanno imparato a condividere con l’uomo emozioni, a decifrare alcuni segnali della comunicazione verbale e non verbale, a rendersi utili nelle varie attività dei loro amici a due zampe.

Tutti i cuccioli nascono, pertanto, già predisposti a un inserimento naturale nel gruppo familiare umano e con abilità piuttosto complesse, orientate verso i nostri sistemi comunicativi: i cani, infatti, guardano, ascoltano, seguono i loro proprietari e creano con loro legami affettivi assai profondi e duraturi.

Nonostante ciò, il modo di relazionarsi e integrarsi caratteristico di ciascun cane non dipende soltanto dal suo bagaglio biologico, ma anche da caratteristiche presenti già nell’animale giovanissimo (come, ad esempio, estroversione, introversione, sicurezza di sé o timidezza), che evolvono e si modificano a seguito di tutte le esperienze, le memorie, le strategie comportamentali e i rinforzi che si accumulano durante lo sviluppo – ma anche nel corso della vita adulta – e che andranno poi a determinare il carattere definitivo dell’animale.

A cura di Silvana Cavaglià e della Clinica Borgarello