Le razze e lo sviluppo psico-fisico del cane
10 aprile 2013
7 min

Le razze e lo sviluppo psico-fisico del cane

cucciolo etologia

Per razza s’intende un gruppo di individui appartenenti alla stessa specie (in questo caso cani), il risultato di una serie di accoppiamenti selettivi operati dall’uomo ai fini di una specifica utilità e di una ricerca di particolari attitudini:

–          GUARDIA (bestiame, proprietà);

–          CACCIA (ferma, seguita, riporto, a vista);

–          TRAINO (leggero, pesante);

–          PASTORE (conduzione bestiame);

–          PROTEZIONE PERSONALE (utilità e difesa);

–          COMPAGNIA. 

Se invece il cane non appartiene a nessuna razza, cioè è il risultato del tutto casuale di una serie di incontri tra soggetti di razze e tipologie differenti e spesso in contrasto tra loro, allora si parla di meticci o bastardi. Il meticcio è un incrocio di due soggetti appartenenti a razze differenti, il bastardo invece è un individuo dalle origini incerte.

Indipendentemente dal fatto che il cane appartenga a una razza ben definita oppure sia il frutto di incontri casuali tra soggetti diversi, l’individualità e unicità di ogni soggetto è data da una serie di fattori:

–          patrimonio genetico trasmesso;

–          esperienze nel periodo sensibile e successivo;

–          relazione con il proprietario.

Nello sviluppo psico-fisico del cane, il periodo di gestazione nei cani è più o meno di 64 giorni. Il cucciolo alla nascita è sordo, cieco e totalmente dipendente dalla madre.

I periodi sensibili del cane sono quattro:

–          prenatale;

–          neonatale;

–          transizione;

–          socializzazione.

La definizione temporale di questi periodi è indicativa e ha degli scostamenti in base alla razza di appartenenza del soggetto.

Nel periodo prenatale (che va dal periodo di gestazione fino alla nascita del/dei cuccioli/o), i fattori ambientali vissuti dalla cagna incinta possono influenzare il successivo sviluppo della mente dei suoi cuccioli. Durante la gravidanza lo stress può tramutarsi in ridotta capacità di apprendimento, in eccessi nel comportamento o in stati emotivi acutizzati.

Nel periodo neonatale (che va dalla nascita alla seconda settimana di vita) il cucciolo risponde unicamente a riflessi tattili e termici. Solo verso la fine di questo periodo inizierà a percepire sensazioni olfattive. Il cucciolo, infatti, non riesce a scaldarsi o a fare i bisogni da solo ed è capace di spostarsi unicamente strisciando. Sempre nel periodo neonatale è di fondamentale importanza, per il corretto sviluppo delle interconnessioni delle cellule nervose, la manipolazione del cucciolo. La madre effettua questa stimolazione continuamente con la lingua, con dei colpetti di naso. Altrettanto importante, ma diversa, è la stimolazione che avviene con la manipolazione umana. 

Nel periodo di transizione (che va dalla seconda settimana alla quarta settimana di vita) si modifica il rapporto del cucciolo col mondo grazie alle nuove percezioni sensoriali, prima con la vista, poi con l’udito, aumenta così anche la capacità di spostarsi e, quindi, di esplorare più attivamente il mondo circostante. Il cucciolo inizia a distinguere la madre dai fratelli, acquisendo anche la percezione dell’altro. Dopodiché appare la fase di sviluppo denominata imprinting, ovvero s’inizia a scrivere la storia del rapporto con l’uomo (più o meno al ventesimo giorno).

Una parte dello sviluppo è programmata geneticamente, ma un’altra parte dipende dagli stimoli forniti dall’ambiente, pertanto è fondamentale che il cucciolo si sviluppi in un ambiente ricco di stimoli differenti tra loro, evitando nella maniera più assoluta situazioni di isolamento che provocherebbero la “sindrome da privazione sensoriale”, creando soggetti incapaci di integrarsi in un ambiente stimolante.

Il periodo della socializzazione (che va dalla quarta settimana in poi) è una tappa molto importante, durante la quale il cane impara a vivere con gli altri, inizia non appena si sviluppa l’udito (più o meno dal ventunesimo al ventottesimo giorno) e si conclude con la pubertà (dai sei ai diciotto mesi). Gran parte dei problemi di rapporto fra l’uomo e il cane si decidono in questa fase, pertanto una corretta socializzazione è di fondamentale importanza per lo sviluppo psichico del cucciolo e per una tranquilla convivenza con la famiglia futura.

Fa parte della socializzazione anche l’imprinting intraspecifico (che va dalla terza alla sesta settimana), l’impronta della socializzazione con la stessa specie. Il cucciolo scopre il resto della cucciolata (madre e fratelli o sorelle), tutto ciò gli permette di capire che ha un ruolo ed è differente dal resto degli altri cuccioli. Questo vale anche per gli altri cuccioli, in questa maniera si definiscono delle vere e proprie gerarchie. I cuccioli iniziano a competere fra loro, comincia la fase di gioco attraverso la quale apprendono atteggiamenti adatti a inibire l’aggressività, sperimentando i primi significati del linguaggio (guaiti, abbai e ringhi).

Lo imprinting interspecifico (che va dalla sesta alla decima settimana), invece, è l’impronta della socializzazione con altre specie. I cuccioli iniziano a confrontarsi in modo attivo con le altre specie e sono pronti a verificare se i comportamenti attuati con i loro simili vanno bene per comunicare anche con gli altri.

In natura, più precisamente tra i lupi, tutto questo viene insegnato dal branco ovvero dagli adulti, ma un cucciolo di cane che viene svezzato dall’uomo e si troverà a vivere in un ambiente che non gli appartiene tutto questo lo può imparare solo con un imprinting ambientale (che va dalla settima alla quattordicesima settimana di vita), l’impronta della socializzazione ambientale. i cuccioli iniziano a scoprire il mondo che li circonda. In natura, i piccoli di lupo hanno come maestri di vita i loro simili che ne capiscono i bisogni, le paure e li guidano a una conoscenza protetta da anni di esperienza anche istintiva, ma i cuccioli di cane, non avendo del tutto questa possibilità, vengono guidati in questa esperienza in parte dai componenti della sua specie e in parte dalla famiglia umana, che raffigura il suo nuovo branco (branco urbanizzato).

Il branco urbanizzato è, quindi, l’insieme di soggetti di specie diverse che vivono insieme secondo le regole sociali di quella più evoluta, dove in scala gerarchica al primo posto c’è il leader (umano adulto/a), i secondi leader (umano adulto/a o ragazzo/a), i terzi leader (bambino/a) e, infine, il cane.

Esiste, anche, un periodo all’interno della socializzazione che si chiama periodo di impronta della paura (che va dall’ottava alla decima settimana di vita). In questo periodo sia i lupi sia i cani sono estremamente sensibili alla paura, un trauma in questo periodo può rimanere impresso nella mente del cucciolo per tutta la vita. Questo risulta particolarmente efficace nel caso occorre salvaguardarsi da nemici per sopravvivere (cuccioli di lupo), invece nel caso del cane è sicuramente dell’uomo la responsabilità di fargli vivere in maniera corretta questo periodo molto particolare.

Per un buono sviluppo psico-fisico, nel cane sono fondamentali il ruolo della madre, il ruolo dei fratelli/sorelle, l’ambiente stimolante, il ruolo dell’uomo e un buon bagaglio di esperienze, così che il cane possa inserirsi serenamente nel contesto in cui si troverà a vivere.

Ora si può capire quali siano le difficoltà reali di un cucciolo che rimane orfano o che perde solo uno di questi periodi di vita, nel momento in cui viene inserito all’interno della società, quindi nella vita dell’uomo.

Ѐ per questo che, affinché ci sia un corretto imprinting generale, è importante che il cane da dopo la nascita fino all’ottava settimana di vita (periodo di transizione e socializzazione) rimanga in allevamento con l’allevatore, anche se il periodo di socializzazione non smette mai di cessare e continua con la nuova famiglia che vivrà con l’animale.