Le tredici regole d'oro da conoscere prima di proporre giochi di attivazione mentale
16 agosto 2013
4 min

Le tredici regole d'oro da conoscere prima di proporre giochi di attivazione mentale

addestramento gioco
Prima di proporre un gioco di attivazione mentale, vi consiglio di leggere quanto sotto. Paolo Villani, guru dell’attivazione mentale su cani e gatti, le riassume in una semplice frase, che appare anche sul suo sito www.paolovillani.com. “Per lavorare con il cane sono necessari amore, pazienza e capire quando fare un passo indietro”.

Cerchiamo di approfondire questo concetto, estrinsecandolo in semplici regole indispensabili per fa sì che le attività proposte possano contribuire a creare ottimi cani da lavoro e sereni compagni di vita:

1)  il posto in cui si lavora deve essere sicuro e sufficientemente grande da permettere al cane di muoversi in autonomia. Il cane, infatti, deve poter osservare il gioco da diverse prospettive e angolazioni, ed essere altresì libero di allontanarsi per riflettere o stemperare un po’ la situazione in tutta sicurezza, pertanto non devono esserci oggetti pericolosi, taglienti o prodotti con
materiale tossico;

2)  organizzare il nostro tempo in modo da non dover interrompere a metà il lavoro che stiamo svolgendo con il cane. Interrompere il gioco significherebbe per il cane interrompere il suo ragionamento, generando cosi un senso di frustrazione che non è assolutamente lo scopo del nostro
lavoro;

3)  scegliere premi desiderabili per il cane e dosarli sapientemente durante la sessione di lavoro. Generalmente viene utilizzato il cibo, ma ricordiamoci che non tutti i cani lo preferiscono al gioco o alle coccole. Occorre conoscere bene il proprio cane, onde evitare di proporgli un premio che non sia commisurato allo sforzo che gli stiamo richiedendo. All’inizio è consigliabile partire con un premio decisamente allettante, poiché gli stiamo chiedendo un massiccio impegno in termini di energia e concentrazione; 

4)  lavorare con il cane quando non è troppo stanco o troppo sazio. I cani stanchi o sazi saranno molto meno motivati a lavorare, in quanto il loro arousal è nella zona di soddisfazione e/o di sonno;

5)  il cane deve avere 20 minuti di tempo per risolvere l’esercizio. La maggior parte dei cani è in grado di risolvere l’enigma in pochi minuti, ma se cosi non fosse, non superare mai i 20 minuti, limite massimo consentito oltre il quale il cane potrebbe andare in distress. Come dice Villani, occorre a volte saper fare un passo indietro;

6)  mai sgridare o interrompere il cane, lasciamolo fare! le conseguenze di questi comportamenti portano a frustrazione, disistima del cane, deconcentrazione e peggioramento della relazione pet-ownership;

7)  avere pazienza, non stiamo facendo  una gara. L’attivazione mentale non deve essere vista come una disciplina performativa, ma come uno sviluppo della flessibilità cognitiva del cane.
Non esiste un modo giusto per risolvere il problema, lasciamo al cane il compito di trovare la “sua” soluzione;

8)  non parlare con il cane né quando si propone il gioco e nemmeno durante lo svolgimento. Il gioco deve essere di per se stesso motivante e il cane che avrà già un bagaglio di esperienze positive legato a questa attività, si motiverà solo alla vista dell’enigma da risolvere;

9)  ignorare le richieste di aiuto. Aiutare il cane significherebbe non aver compreso che le attività di attivazione mentale migliorano l’autostima del cane, cosa che si ottiene solo quando trova la soluzione da solo. Negare l’aiuto non significa impartirgli una punizione, ma dargli la possibilità di rinforzarsi per aver proposto in autonomia una soluzione efficace;

10) se il cane manifesta disinteresse occorre alzare la posta in gioco. Escluse possibili cause di stress o di particolari inibizioni o chiusure, se il cane manifesta disinteresse, chiediamoci se stiamo offrendogli la giusta ricompensa per lo sforzo che stiamo chiedendogli. Se, invece, stiamo pretendendo troppo dal nostro cane, occorre, come già detto prima, fare un passo indietro e proporgli qualcosa di più semplice;

11) procedere per piccoli passi. Evitare il  distress, deve essere un imperativo! Ogni successivo step dovrà essere introdotto solo quando il precedente è stato superato e fissato con successo diverse volte;

12) durante la sessione di lavoro, un certo grado di stress è normale e positivo (eustress)
L’eustress migliora la reattività, la concentrazione, la risposta allo stimolo presentato. Occorre conoscere i segnali di calma e la comunicazione posturale del cane, per evitare che l’esposizione prolungata allo stress degeneri in distress.

13) Chiudere sempre la sessione di lavoro in positivo. I cani ricordano con maggior chiarezza l’ultimo evento di una catena, che sia stato positivo o negativo. Terminare, pertanto, con un successo significa lascargli un ricordo positivo, che sarà funzionale allo svolgimento di altre attività nella successiva sessione di lavoro.