Non dimenticarsi della professionalità veterinaria nel risanamento dei canili
20 ottobre 2015
3 min

Non dimenticarsi della professionalità veterinaria nel risanamento dei canili

La senatrice Paola Taverna ha presentato al Senato una mozione sul risanamento dei canili, basato su sei punti che ruotano sostanzialmente su tre questioni cardinali: il ruolo centrale assegnato alle associazioni animaliste e zoofile nell’assegnazione della gestione delle strutture; la libertà di accesso alle associazioni (con finalità di controllo e ispezione) all’interno dei canili gestiti dai privati in convenzione; il monitoraggio delle attività di sterilizzazione obbligatoria per opera delle aziende sanitarie locali.

Voci nuove, vecchie idee. Siamo nel 2015 e non è cambiato nulla rispetto all’anno dell’avvento della L. 281/91 sul randagismo. Anzi qualcosa è cambiata: ci sono più cani nei canili (specialmente nelle regioni del Sud Italia), ci sono più canili non adeguati perché non a norma o perché giunti al collasso, ci sono meno soldi disponibili e più cani che soffrono, aumentano i cani nelle famiglie e il rischio che vengano abbandonati o portati al canile. Eppure ancora si propongono i soliti attori e i soliti rimedi!

La sofferenza dei cani nei canili è una voce sottovalutata: “Una vita intera in stato di carcerazione è una condizione insopportabile per qualunque essere vivente, lo è ancor di più l’assenza di confort e il sovraffollamento. Se gli uomini in queste condizioni possono evadere da questo stato di costrizione fisica, con la forza di astrazione del pensiero, con la lettura, con la scrittura, per il cane, che si realizza nella “referenza sociale” (R. Marchesini “L’identità del cane”) del piano relazionale con i propri simili e con l’uomo, non c’è via d’uscita, la frustrazione delle sue peculiarità sociali e relazionali lo porta a sviluppare patologie comportamentali che ne compromettono il benessere, l’integrità psico-fisica e l’adottabilità.” – Tratto da “Problemi di bioetica in canile” di G. Petrantoni; in volume collettaneo “Il canile come presidio zooantropologico”. di R. Marchesini.

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Nella mozione della senatrice non si fa alcuna menzione delle istituzioni veterinarie, fatta eccezione per quella relativa all’obbligo di sterilizzazione delle ASL, né delle competenze professionali del medico veterinario relative alla cura della salute del corpo e della psiche animale, come indicato nel Veterinary Acts della FVE (Federation of Veterinary Europe).

Ai sei punti proposti dalla senatrice sul risanamento dei canili, mi permetto di opporre alcuni fra quelli che ho proposto in occasione del mio intervento al Consiglio Nazionale della FNOVI, tenuto nel 2013 a Siracusa, sulle nuove politiche della professione veterinaria.

1. Progettazione delle strutture finalizzate non all’ospitalità permanente, ma alla socializzazione ed alla riabilitazione comportamentale.

2. Gestione e organizzazione dei servizi ordinari, di prevenzione e di riabilitazione comportamentale.

3. Valutazione comportamentale contestuale a quella sanitaria, all’arrivo in canile.

4. Assistenza veterinaria comportamentale al processo di adozione finalizzato al successo dell’affido definitivo.

5. Valutazione e prescrizione terapeutica dei cani morsicatori.

6. Diagnosi, prognosi e terapia dei cani affetti da patologie comportamentali.

7. Sostegno ai proprietari nella prevenzione dei problemi comportamentali.

8. Campagne di promozione e diffusione della cultura zooantropologica: nelle scuole, nel dibattito sociale, nelle amministrazioni.

Occorre, quindi, superare i limiti di una legislazione inadeguata in materia di randagismo. Sono tre le cause di una legislazione inadeguata sulla medicina veterinaria: 1) la consuetudine di trasferire le norme dal settore medico a quello medico-veterinario, ignorandone la specificità e la complessità scientifica e professionale; 2) la stesura di norme in campo medico veterinario da parte di legislatori che sconoscono le realtà culturali e professionali della medicina veterinaria; 3) la forte influenza in Parlamento delle associazioni di volontariato e dei laici.

 

Gaspare Petrantoni