Pechinese: metà leone, metà scimmia
6 settembre 2013
4 min

Pechinese: metà leone, metà scimmia

Un leone s’innamorò di una piccola scimmia e pregò Buddha di rimpicciolirlo sufficientemente da poter corteggiare la piccola bertuccia. Buddha esaudì il desiderio del leone e dall’unione con la scimmia nacque un grazioso piccolo discendente, “ the Dog of Fu Lin”. Questo grazioso “cane leone cinese” aveva le fattezze, il cuore, il coraggio, la criniera e la dignità del felino, ma la faccia impudente e intelligente della scimmia, secondo la leggenda era nato il Pechinese!

Le tracce del “Cane Leone Cinese” sono molto antiche, risalgono addirittura all’VIII secolo, durante la dinastia dei Tang. Gli allevatori di questi piccoli cani in seguito chiamati “pekingesi” raggiunsero però il massimo splendore durante il regno di Tao Kuang (1821-1851). Si trattava di una selezione rigorosissima e le linee di sangue più antiche e pure venivano allevate soltanto all’interno del palazzo imperiale, chiunque ne avesse rubato uno, sarebbe stato punito con la morte. I libri imperiali sui cani, corredati da precise e dettagliate illustrazioni degli esemplari più belli e ammirati, furono usati come standard.

Gli storici sostengono che nonostante non fossero tenuti regolari registri dei pedigree, la pratica dell’allevamento era oggetto di elaborate teorie e discussioni. Uno dei metodi più in voga per un lungo periodo fu “l’impressione prenatale”, ovvero le femmine incinte venivano portate più volte al giorno a guardare le immagini e le sculture dei più bei pechinesi esistiti, cui le future madri “dovevano ispirarsi” per la messa al mondo dei loro cuccioli. Inoltre, i colori più desiderati del mantello venivano usati per addobbare le stanze delle puerpere che dormivano su pelli di pecora, per auspicare mantelli rigogliosi e di buon colore ai loro piccoli. Di rilevante interesse, sempre in relazione al colore del mantello, leggiamo nello standard originale [riportato in calce]: And for its color – let it be that of a lion, a golden sable, to be carried in the sleeve of a yellow robe è [……] so that there may be dogs appropriate to every costume in the Imperial wardrobe. (riguardo al colore lascia che sia quello di un leone, di uno zibellino dorato […], per essere portato tra le maniche di una veste gialla così che I cani possano accompagnarsi e con ogni abito del guardaroba imperiale).

Il colore del mantello aveva, dunque, una rilevanza particolare al tempo, così da poter essere un abbinamento “intonato” con gli abiti imperiali. Sembra, invece, che i cani completamente bianchi fossero eliminati poiché in Asia questo è il colore del lutto. Simbolo della corte, menzionati in opere e scritti, i pechinesi vivevano quasi esclusivamente all’interno della città proibita. Durante la seconda guerra dell’Oppio i britannici invasero il palazzo e dall’incendio un capitano inglese salvò degli esemplari che riportò a casa. Una coppia fu donata alla duchessa di Wellington e altri ad altre dame dell’aristocrazia. Da qui nacque la linea di sangue “Goodwood”. Anche la regina Vittoria ebbe il suo amato pechinese, Looty. Sembra che un suo ritratto sia ancora appeso alle pareti del castello di Windsor.

CARATTERE

Il carattere del pechinese non è scevro dalla sua origine imperiale. Il piccolo Dog of Fu Lin conserva, oltre che nell’aspetto anche a livello caratteriale, i tratti nobili delle sue origini. È un cane molto fiero, dignitoso, leale e sicuro di sé, coraggioso e temerario anche davanti a suoi simili di taglia molto più grandi di lui. Si tratta, comunque, di un cane molto legato al suo padrone: dietro quella sua la sua aria di cane riservato, diffidente e altezzoso con gli estranei, si nasconde, infatti, un gran cuore pieno di dolcezza. A volte difficile da educare poiché può essere resistente a obbedire agli ordini che non condivide, ama la tranquillità della casa e non desidera più di tanto scorrazzare all’aria aperta. Si tratta di un “cane da grembo”, ottimo cane da compagnia soprattutto per persone piuttosto sedentarie. In casa è tranquillo e sa apprezzarne tutte le comodità. Se ben socializzato, con i bambini è tollerante e curioso, ma è poco adatto a bimbi irruenti. I cuccioli imparano in fretta soprattutto le regole di pulizia. Il mantello ha bisogno di cure regolari. Inoltre, occorre fare attenzione alla stagione calda perché è soggetto a colpi di calore (mai lasciarlo in macchina da solo!).

Il Club che tutela la razza in Italia: www.clubcanicompagnia.it