Stiamo attenti alle mode, impariamo a scegliere!
25 gennaio 2013
4 min

Stiamo attenti alle mode, impariamo a scegliere!

addestramento

Le conoscenze attuali su come addestrare e ottenere risultati con un cane sono molte, ma per proseguire in modo sicuro ed efficace, è indispensabile essere ben informati. Attenti alle mode: alcuni affermano di produrre risultati, svolgendo particolari metodi e tecniche. Spesso, però, quest’ultimi non sono confermati scientificamente, solitamente sono rivolti a un risultato veloce e immediato senza molto investimento di tempo e ignorando molti principi della comunicazione: ciò va quasi sempre a scapito del cane.

Se è ovvio che per avere i massimi benefici è necessario un investimento maggiore, è altrettanto vero che si possono ottenere ottimi benefici pur senza per questo dedicare un tempo eccessivo, ma ampliando la nostra conoscenza. Attenzione: imparare i principi della comunicazione e applicarli nell’educazione del proprio cane produce benefici sia all’animale sia al proprietario, ma solo quando il metodo è applicato ed eseguito correttamente, altrimenti causa più problemi che benefici.

Vorrei chiarire un dogma da sempre molto diffuso, considerato quasi la “Bibbia” nei campi di
addestramento, luoghi dove non si insegna l’educazione al rapporto con il cane, ma si applica una mentalità esclusivamente improntata per le competizioni, e ciò indipendentemente dai sistemi usati, che si tratti di quelli considerati dolci o di quelli tradizionali. Senza scendere nei particolari di quali siano più o meno etici o morali, questi sistemi indubbiamente danno anche ottimi risultati. Vi faccio un esempio: se chi li applica – personalizzandoli – ottiene piazzamenti e vittorie nelle gare, è probabile che diventi automaticamente un modello da seguire. Immediatamente la sua fama si diffonde e viene convocato a tenere seminari e a divulgare il suo metodo. Gli appassionati del settore pensano: “Se c’è riuscito lui, il sistema lo posso imparare e applicare anche io”.

Questo lo definirei il grande potere dell’emulazione, perché riconoscersi negli altri è umano: nella storia dell’uomo questo è sempre stato e sempre sarà. Così, di tanto in tanto, arriva il “titolato” di turno, con molte competizioni al suo attivo, e tutti gridano “al miracolo!” decantando il nuovo sistema da lui studiato. Ecco l’inganno. Non perché questi addestratori non siano bravi o tantomeno il metodo non sia valido, il fatto è che questo non è un dogma valido per tutti ma solo per i pochi fortunati mostri di genetica che, essendo naturalmente dotati, lo ritengono normale e valido per tutti.

Purtroppo, la maggior parte delle persone (comuni mortali), non avendo lo stesso potenziale genetico, non è altrettanto fortunata e ingiustamente imputerà il proprio fallimento al cane. Per tutti questi appassionati l’unico modo per accrescere la loro capacità è di seguire un sistema globale e naturale che dia degli eccellenti risultati senza presentare effetti collaterali, consentendo contemporaneamente di accrescere la conoscenza e sviluppare il massimo potenziale senza usare trucchi e coercizioni che sono sicuramente molto proficui, ma anche molto pericolosi: il fatto che i professionisti dell’addestramento e anche gli amatori che partecipano alle gare di lavoro usino tecniche per loro proficue, non significa che queste non siano pericolose e possano essere usate da tutti.

Quello che voglio far emergere è la mentalità errata che si è diffusa tra la maggior parte dei praticanti professionisti – purtroppo anche tra gli amatori – e su alcuni dei sistemi più diffusi che vengono usati per ottenere i risultati. Poi resta il fatto che, mentre in tutte le professioni è richiesto un titolo di studio e un’abilitazione (altrimenti diventa esercizio di professione abusiva), nell’addestramento questo non avviene. L’arte di insegnare è la più difficile del mondo e non credo sia giusto che certi sistemi possano essere usati da persone che, per la loro insensibilità, irritabilità, inaffidabilità, incapacità, instabilità caratteriale, sono veramente negate e farebbero meglio a dedicarsi ad altre attività ricreative e non al rapporto con gli animali!

Articolo a cura di Driussi Gianfranco

Tratto dal libro “ IL CANE – Conoscerlo per conoscere te stesso”, di cui è l’autore

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