Al Gemelli di Roma cucciolo di Golden Retriever aiuta bimba a uscire dalla terapia intensiva
1 agosto 2013
2 min

Al Gemelli di Roma cucciolo di Golden Retriever aiuta bimba a uscire dalla terapia intensiva

amicizia amore pet therapy
Storia a lieto fine presso la Terapia Intensiva Pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma, dove un cucciolo a quattro zampe ha aiutato una bambina di 10 anni a venir fuori da uno stato depressivo profondo sviluppato in seguito alla sua condizione di salute durante la degenza nel reparto intensivo. Si tratta – si legge in un articolo pubblicato su repubblica.it – del primo caso di pet-therapy in terapia intensiva pediatrica nel Lazio e tra le prime esperienze di questo tipo conosciute in Italia. “La bambina – racconta il professor Conti del Policlinico Gemelli – era tristissima, non riusciva a dormire”. Questo dopo che la piccola paziente aveva sviluppato uno stato di profonda depressione post-traumatica, affetta com’era da mielite postinfettiva -cioè una reazione del midollo spinale molto rara – e per questo da una forma temporanea di tetraplegia. Così, l’équipe multidisciplinare di rianimatori pediatrici, neuropsichiatri infantili ed ematologi del Gemelli che l’aveva in cura, d’accordo con la famiglia, ha deciso di far incontrare la bambina con il suo piccolo cucciolo di cane – un Golden Retriever di nome Portos – in modo che giocare con lui potesse essere di grande giovamento sia per il suo umore, sia per la guarigione che richiedeva l’impegno nella fisioterapia. “Abbiamo organizzato, con il permesso della Direzione sanitaria e – aggiunge Conti – rispettando scrupolosamente il protocollo di trattamento integrato con la pet-therapy, un incontro di un’ora con il cane tutti i giorni per due settimane, dopo la seduta di fisioterapia. La bimba, che si era chiusa in un mutismo acinetico e non riusciva a essere molto collaborativa in fisioterapia, ha subito reagito, già al primo incontro: è stato possibile staccarla dal ventilatore meccanico e iniziare a fare sessioni di fisioterapia più intensa”. I risultati sono stati più che sorprendenti: “I genitori hanno accettato con entusiasmo la nostra, oggi – dice il professore del Policlinico Gemelli – la bambina è guarita e ha lasciato l’ospedale”. “Stati depressivi nei pazienti ricoverati in terapia intensiva pediatrica sono abbastanza comuni – conclude il dottor Conti parlando all’Adnkronos Salute e così come si legge in un articolo pubblicato su today.it – soprattutto nei bimbi un po’ più grandi perché sono sottoposti ad alcune procedure come l’intubazione che li rattristano particolarmente. Per questo abbiamo attivato questo programma di pet-therapy e puntiamo a riproporre questo trattamento integrato anche per altri piccoli pazienti che in futuro saranno ricoverati nella nostra terapia intensiva aperta”.