Albania, rimandata l’uccisione dei randagi di Perrenjas
11 aprile 2012
2 min

Albania, rimandata l’uccisione dei randagi di Perrenjas

maltrattamento
Dinanzi al problema dilagante del randagismo, l’amministrazione comunale della piccola località albanese di Perrenjas, a circa 100 chilometri a sud di Tirana, ha deciso di ricorrere alle armi da fuoco e mettere in atto una vera strage di cani. Si tratta di cinquanta poveri randagi, la cui salvezza è adesso nelle mani dell’associazione animalista Animal Rights Albania (ARA). La loro esecuzione doveva avere inizio ieri a mezzanotte, per continuare fino al 25 aprile. Grazie, però, a una riunione tra gli attivisti e il primo cittadino, Bajazit Karriqi, il suo avvio è stato posticipato di dieci giorni. Gli animalisti dell’associazione ARA da qualche tempo stanno cercando di far desistere il sindaco di Perrenjas dal portare avanti il proprio proposito, invitandolo a utilizzare in maniera differente i soldi stanziati per l’uccisione dei randagi. In questi dieci giorni di tempo concessi, gli attivisti dovranno prendersi cura della vaccinazione e della sterilizzazione dei trovatelli della cittadina, come già annunciato in alternativa a questa strage d’innocenti. Poi il sindaco deciderà sul da farsi. Ora più che mai si chiede, quindi, il massimo supporto sia a livello nazionale che internazionale. Purtroppo in Albania è assai frequente risolvere il problema del randagismo facendo ricorso a metodi così crudeli, ovvero a colpi di pistola. Ciò avviene soprattutto nei periodi estivi: «Le cose stanno cambiando. Sempre più persone spiega a Gea Press Pezana Rexha, direttore esecutivo di ARA hanno a cuore i problemi degli animali, ma anche le autorità cittadine devono fare la loro parte e accettare il nostro aiuto». Durante la riunione in cui si è deciso il rinvio, l’associazione animalista ARA ha annunciato che farà ricorso a vie legali qualora le autorità locali continueranno a calpestare i diritti degli animali, che andrebbero invece tutelati secondo una legge già esistente nella Repubblica albanese. Intanto, per questa nuova strage di randagi l’amministrazione comunale della cittadina di Perrenjas ha ingaggiato due cacciatori: per ogni cane ucciso saranno pagati 200 lek, ossia circa 1.45 euro. I pelosi brutalmente assassinati saranno poi bruciati. Si spera tanto che a ciò non si arrivi e che si trovi al più presto una soluzione. «Fucilare gli animali e poi bruciarli per eliminarli – dichiara l’associazione ARA, secondo quanto riportato da La Stampa – è una pratica terribile che non potrà essere identificata da nessuna cultura umana o civiltà degna di essere ricordata. Sono pratiche che fanno parte di momenti scioccanti della storia umana».