Anche i cani vanno in analisi: sempre di più gli animali depressi e ansiosi
23 gennaio 2013
3 min

Anche i cani vanno in analisi: sempre di più gli animali depressi e ansiosi

Ci sono cani aggressivi nei confronti delle persone oppure quelli impauriti dai propri simili, che reagiscono in maniera litigiosa nel tentativo di gioco da parte di altri quattro zampe. Non sempre è una questione da ricondurre al carattere dell’animale: in molti casi, dietro comportamenti anomali di questo tipo si nascondono malesseri e disagi molto più profondi. Così, quando la situazione diventa davvero ingestibile, i proprietari richiedono l’aiuto di uno specialista, finendo per portare il proprio animale in analisi. Nell’ultimo anno, in particolare, i veterinari – si legge in articolo pubblicato sulla pagina animalista de lastampa.it – sembrano aver assistito a un vero e proprio boom di casi, più di cento solo a Milano: c’è il cane che, in preda agli attacchi di panico, morde; quello che soccombe all’ansia di essere abbandonato; il pappagallo che si strappa le penne e il cavallo annoiato, che ciondola e passa ore con i denti appoggiati sulla staccionata, a inghiottire aria. Ancora, il gatto con atteggiamenti distruttivi o il coniglio nano con le crisi di nervi. A fornire tali dati è il dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università statale di Milano: “Molte di queste patologie – spiega la ricercatrice Clara Palestrini – restano sommerse, perché il proprietario non si accorge del malessere del proprio amico a quattro zampe finché i suoi comportamenti non creano danni o diventano problematici. E interpreta gli atteggiamenti strani dell’animale come un dispetto. Ma non c’è malizia nel loro comportamento”. I soggetti più ansiosi e depressi sembrano essere proprio i nostri amici a quattro zampe: “L’85-90 per cento dei nostri pazienti sono cani con disturbi comportamentali, per il resto bussano alle nostre porte perlopiù gatti”. Tali malesseri “sono la prima causa di rottura con il nucleo familiare. Disagi che sfociano nell’abbandono dell’animale o addirittura nell’eutanasia”. L’aggressività, sia nei confronti dell’uomo sia di altri animali, è il disturbo maggiormente riscontrato. In molti casi, Fido morde perché ha paura, in altri perché soffre semplicemente di ansia da separazione: “Quando il proprietario esce di casa, il terrore di essere lasciato ancora da solo – spiega l’esperta – lo può spingere a distruggere tutto”. Poi ci sono quei cani che, prematuramente staccati dalla mamma e dai fratelli, non hanno imparato a interagire con gli altri, per cui adesso hanno problemi di relazione con i propri simili. «Il 20-30 per cento dei casi sfociano in un trattamento farmacologico», ma molte volte basta davvero poco per rasserenare l’animale.