Quattro anni alla catena: il riscatto di Joseph
9 ottobre 2013
2 min

Quattro anni alla catena: il riscatto di Joseph

maltrattamento
Una vita senza amore e rispetto, ma fatto solo di stenti e sofferenza. Joseph, un esemplare di Pastore Tedesco che vive a Middletown, nello Stato americano dell’Ohio, è rimasto per quattro lunghi anni legato a una catena, con il minimo necessario per non morire, anche se ormai al limite della sopravvivenza e privo di ogni forza. Disidratato, scheletrico, pieno di pulci e zecche, con la pelle segnata da terribili infezioni e piena di vermi: queste le terribili condizioni in cui è stato ritrovato dalla polizia, in seguito a una segnalazione anonima. Nella stessa abitazione è stato rinvenuto un altro cagnolino, ma le sue condizioni non destano preoccupazione. Joseph è stato portato presso il West Chester Veterinary Center e preso in carico dall’associazione PAWS Adoption Center, con sede a Middletown. Chi, invece, l’ha ridotto in questo stato, Jeremy Temple, è stato portato in carcere con l’accusa di crudeltà su animale da compagnia, condizioni inappropriate a catena e detenzione di animale senza licenza. L’uomo, però, in seguito al pagamento di una cauzione di soli 25 dollari, è stato già rilasciato e dovrà ripresentarsi in tribunale il prossimo 14 ottobre per la pre-udienza. Terribile la condizione in cui ha costretto a vivere il suo cane, si deduce anche dallo sguardo impaurito e sofferente dell’animale: “Joseph – spiega Kassie Jadin della PAWS Adoption Center, così come si apprende da un articolo pubblicato sul sito web greenstyle.it – è completamente scheletrico, ha diversi problemi di salute e ora il suo recupero si presenta come un percorso molto difficile e oneroso. Probabilmente – aggiunge – ha vissuto mesi senza cibo e acqua, nutrendosi solo con le mele marce cadute dall’albero a cui era legato. Per la sua salvezza confidiamo nelle donazioni, e nella speranza di una futura adozione. Sperando che la pena per l’ex proprietario non si limiti ai soli 25 dollari della cauzione”. La crudeltà dell’uomo è percepibile già dalle sole parole con cui ha risposto alle domande della polizia, una volta fermato: “Il cane non è umano”, quasi a voler dire che rispetto e dignità sono riservabili solo agli esseri viventi di questo genere. Speriamo che Joseph possa avere giustizia e che, finito il suo percorso di recupero fisico e psicologico, possa trovare una vera famiglia che gli doni tutto l’amore finora negato. Intanto, in suo onore, è stata aperta anche una pagina Facebook, così da monitorare gli sviluppi della vicenda e i suoi miglioramenti.