Cani in ospedale: a Prato una camera allestita per gli incontri tra pazienti e animali
4 febbraio 2013
3 min

Cani in ospedale: a Prato una camera allestita per gli incontri tra pazienti e animali

Un protocollo d’intesa per regolare l’accesso di cani e gatti in corsia. Ѐ stato siglato tra il Comune di Prato e l’Asl del territorio toscano, grazie all’ostinazione del sindaco Roberto Cenni e l’assessore comunale alla Salute, Dante Mondanelli. Un grande risultato, che potrebbe fare da apripista non solo agli altri nosocomi della Toscana, dove per il momento corridoi di ambulatori e corsie ospedaliere restano off limits per i pet di casa, ma anche ad altre regioni d’Italia, dove ancora non è consentito agli animali domestici di far visita al padrone in ospedale. L’iniziativa attuata a Prato è il risultato di due anni di lavoro da parte delle due figure istituzionali locali – entrambi grandi appassionati cinofili – che l’hanno fortemente voluta: prima si sono impegnati affinché fosse realizzato un Regolamento per la tutela degli animali approvato dal Consiglio e poi da qui hanno ottenuto la deliberazione della Asl guidata da Bruno Cravedi. Così, consapevoli dei benefici che apportano i cani, “l’ospedale – spiega l’assessore Mondanelli, come si apprende in articolo pubblicato sull’edizione di Firenze di repubblica.it – ha previsto una porta d’ingresso da cui entrano solo i cani accompagnati che abbiano ricevuto il via libera da parte del medico responsabile del reparto. Prima di fissare l’appuntamento con il degente si chiede il certificato di vaccinazione e si verifica che il carattere dell’animale sia pacifico. In più – continua ad aggiungere l’uomo – gli incontri avvengono in una camera allestita solo per questo scopo, dotata di letto e poltrona. Possono vedere il cane o il gatto esclusivamente i ricoverati che siano trasportabili o che possano camminare, quindi in fase post acuta”. Insomma, l’accesso a cani e gatti nel nosocomio di Prato è controllato da rigide regole, in modo da garantire sicurezza e non infastidire gli altri pazienti ricoverati. D’altra parte, se da un lato ci sono sempre più animalisti che richiedono l’ingresso dei propri adorati pet anche negli ospedali, dall’altra sono ancora parecchie persone che guardano a tal eventualità come qualcosa di impensabile. Eppure, “ferme restando le esigenze di sicurezza e igiene, gli effetti benefici della visita – sostiene Enrico Loretti, presidente dell’Ordine dei veterinari di Firenze – sono indiscutibili sul piano psicologico e fisico, perché la presenza del cane stimola il movimento. Le barriere architettoniche però rappresentano un ostacolo serio, purtroppo non solo negli ospedali. Servirebbe un cambio di mentalità complessivo rispetto al mondo animale, che tanto ha da insegnarci”.