“C’è un sacco che respira”: dentro una cagnolina con il muso serrato da uno spago
18 ottobre 2013
2 min

“C’è un sacco che respira”: dentro una cagnolina con il muso serrato da uno spago

abbandono maltrattamento
Forse era un cane che non “serviva” più, oltretutto malato, e così il suo padrone ha pensato bene di sbarazzarsene. Nel modo più crudele, senza alcun rispetto e senza alcuno scrupolo. Avvolta in un sacco della spazzatura nero, con il muso legato stretto da uno spago, in modo che non potesse nemmeno chiedere aiuto abbaiando. Sempre se ne avesse avuto le forze, visto le condizioni pietose in cui è stata ritrovato. Il suo nome è Elly – almeno così l’hanno battezzata i volontari che l’anno tratta in salvo – ed è un incrocio di cane da caccia di almeno due anni. Un mix, a quanto pare, di Spinone e Segugio. La sua caratteristica? Avere le ciglia lunghissime, come quella di una soubrette. Il suo ritrovamento – in una sorta di discarica di immondizia nella frazione di Simeri Mare, nel comune di Simieri Crichi (CZ) – ha davvero dell’incredibile. La richiesta di intervento è arrivata a Francesca Console, presidente di Anima Randagia – associazione molto impegnata nel catanzarese in favore dei cani di strada – non tramite una semplice telefonata, bensì un messaggio fotografico sul cellulare: “C’è un sacco che respira, ma non abbiamo il coraggio di aprirlo”, questo veniva riportato, così come si apprende da un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa GeaPress. I volontari sono accorsi subito nella discarica per iniziare a cercare tra l’immondizia. I sacchi sono stati prelevati uno a uno, e ancor prima di arrivare ad adagiarli per terra, si cercava al tatto di capire se contenevano qualcosa di vivo. Fino a quando non è stato trovato quello giusto, in cui si trovava la cagnolina, smagrita e spelacchiata, con chiari segni di Leishmania. Trasportata con l’ambulanza veterinaria dell’associazione Darko Onlus di Catanzaro, Elly in breve tempo è stata sottoposta a terapia: “A preoccuparci sono soprattutto i valori renali. Forse – riferisce Francesca Console a GeaPress – la malattia ha fatto strada, ma non disperiamo di salvarla. Vorrei invitare tutti – aggiunge la presidente di Anima Randagia – a non diffondere notizie allarmanti sulla Leishmania. Ѐ una malattia che si cura; dalle nostre parti c’è e sempre ci sarà. Abbiamo recuperato dei cani avviliti dalla malattia e adesso sono una favola”. Anima Randagia annuncia ora una denuncia, ma chiede anche aiuto per la cagnolina. Si andrà incontro a spese e non è dato ancora sapere quanto la terapia potrà durare. Questa la mail fornita per aiutare Elly: adozioni@animarandagia.org.