Centenario Titanic, il ricordo dei passeggeri a quattro zampe
18 aprile 2012
2 min

Centenario Titanic, il ricordo dei passeggeri a quattro zampe

Sono passati esattamente cento anni dalla tragedia del Titanic, la famosa nave da passeggeri britannica, affondata nella notte del 14 aprile del 1912 in seguito alla collisione con un iceberg. Oltre 1.500 le vittime e circa 700 i sopravvissuti. Pochi sanno, però, che a bordo del transatlantico c’erano pure dei passeggeri a quattro zampe, alcuni dei quali sono riusciti a scampare al naufragio. Di loro nel corso degli anni si è parlato poco, ma una mostra dell’Università della Pennsylvania vuole adesso rendere omaggio a questi cuccioli dimenticati: «Non credo che nessuna mostra sul Titanic abbia mai esaminato il rapporto tra i naufraghi e i propri animali domestici – dichiara il suo curatore, Joseph Edgette, all’Huffington Post – soprattutto quelli che persero la vita in crociera». A quanto pare i cani a bordo erano dodici, tutti animali che viaggiavano in prima classe. L’esposizione si concentra sui tre pelosi sopravvissuti, più precisamente si tratta di due volpini di Pomerania e di un pechinese: «I cani che sono sopravvissuti – racconta il curatore della mostra – erano così piccoli», da riuscirsi a salvare nelle scialuppe di salvataggio, quasi sicuramente senza sottrarre posti ai passeggeri umani. I tre sopravvissuti sono Lady, un volpino che era stato acquistato a Parigi poco prima della partenza, un altro volpino, il cui nome non è conosciuto, ma di proprietà di un grande magnate dell’abbigliamento, e Sun Yat-Sen, un pechinese che si salvò assieme alla padrona, che lo tenne nascosto. Ai quattro zampe “ricchi”, si aggiungono pure quelli delle classi inferiori, ma avere informazioni su di loro non è per niente facile: «Alcuni cani sono stati abbandonati nelle cabine, altri – spiega Edgette – semplicemente lasciati al proprio destino. Quelli di cui abbiamo notizie sono solo 12. Tra gli altri, un fox-terrier di nome Dog, un airedale denominato Kitty e un bulldog francese di nome Gamin di Pycombe». Una passeggera di 50 anni, Ann Elizabeth Isham si rifiutò perfino di lasciare il Titanic senza il suo alano, troppo grande per salire su una scialuppa di salvataggio. Il suo corpo, secondo quanto riferito da Joseph Edgette, fu poi trovato al largo accanto al suo cane. Anche la tragedia del Titanic riporta storie di legami speciali tra gli animali e i loro padroni, disposti a rischiare la vita pur di salvarli: «Per molti – dice Edgette, curatore della mostra dedicata ai pelosi sopravvissuti del Titanic – sono considerati membri della famiglia».