«Chiudere Green Hill»: attivisti incatenati al canile di Montichiari
22 marzo 2012
3 min

«Chiudere Green Hill»: attivisti incatenati al canile di Montichiari

Hanno varcato le recinzioni del canile lager di Montichiari, in provincia di Brescia, e si sono legati con tubi di ferro e catenacci alle grate delle finestre dell’allevamento, ormai diventato il simbolo della lotta contro la vivisezione. In questa maniera, con un simbolico blitz, alcuni attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill hanno voluto richiamare nuovamente l’attenzione sull’azienda che alleva cani beagle destinati alla sperimentazione. Su uno striscione hanno scritto chiaramente le loro intenzioni: «Chiudere Green Hill. Altrimenti ci arrabbiamo». Sul web circola, anche, un filmato. In un primo momento, gli animalisti avevano promesso di continuare la protesta a oltranza. In realtà, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa GeaPress, si è conclusa dopo poche ore. Non si è riusciti a ottenere dall’azienda quanto inizialmente richiesto, ovvero alcuni cani. Gli attivisti, intanto, invitano tutti quelli che hanno a cuore la sorte di questi poveri animali di tempestare di e-mail gli indirizzi di posta elettronica dei senatori. Proprio dal Senato, infatti, dipende la vita dei cani di Montichiari e di tanti altri animali da laboratorio. In questi ultimi giorni sono giunte al Coordinamento indiscrezioni riguardo a una possibile cancellazione dell’emendamento Brambilla alla proposta di legge comunitaria per adesso in discussione. Entro una decina di giorni, la XIV Commissione del Senato esprimerà il suo parere. Ragione per cui, temendo un colpo basso da parte delle lobby farmaceutiche in esso presenti, gli attivisti hanno lanciato l’«Operazione altrimenti ci arrabbiamo»: «Vista la crescente e ampia sensibilità pubblica sull’argomento – spiegano gli attivisti – crediamo che i legislatori non possano non tenere conto della volontà delle persone». Ѐ, anche, vero che l’emendamento, voluto dall’ex ministro al Turismo, potrebbe non bastare per la chiusura definitiva di Green Hill, perché vieta l’allevamento, ma non la commercializzazione degli animali destinati ai laboratori di vivisezione. Si teme, così, che Green Hill possa diventare un centro di smistamento e vendita di cani e gatti. In ogni caso la sua chiusura potrebbe rappresentare una prima vittoria: «Quello che vogliamo – affermano gli attivisti, così come riportato dal Corriere della Sera – è l’abolizione totale della sperimentazione sugli animali. Chiudere gli allevamenti è un primo passo in questa direzione». Il 27 marzo molti attivisti si recheranno a Roma, davanti al Senato, per avviare una protesta organizzata con la collaborazione del Comitato Montichiari Contro Green Hill. Saranno presentate le tantissime firme raccolte negli ultimi mesi. Una manifestazione, invece, si è da poco svolta al Pantheon.