Cina, dalla padella al canile
18 gennaio 2012
2 min

Cina, dalla padella al canile

Il cane non è per l’uomo solo compagno di giochi e coccole, di cui prendersi cura amorevolmente quasi fosse un figlio. Purtroppo, in molti paesi dell’Asia Orientale, la sua carne viene ancora utilizzata come alimento prelibato per alcuni piatti raffinati, soprattutto in questo periodo in cui si stanno avvicinando i festeggiamenti per il Capodanno cinese. Secondo quanto riportato dal portale Giornalettismo, proprio tre giorni fa 1.300 poveri pelosi sono stati salvati da questa crudele e triste sorte. Il camion che li stava trasportando e che stava lasciando la città di Chongqing per Zhanjiang, nella provincia meridionale, è stato bloccato da alcuni volontari animalisti cinesi. Adesso i cani sono stati trasferiti al canile Chongqing, ma nulla si sa riguardo il loro futuro, visto che qui i volontari non hanno i fondi a sufficienza per prendersi cura di tutti gli animali ospitati. Doppia sventura per questi nostri amici a quattro zampe, prima destinati alle mani di uomini crudeli e poi abbandonati a un destino incerto, troppo spesso per loro difficile e duro. Quella dei giorni scorsi non è stata l’unica operazione a essere stata portata a termine negli ultimi tempi, a riprova che il problema del traffico di cani destinati alla cucina è un fenomeno abbastanza diffuso. Già lo scorso 12 dicembre, in Schuan, altri 250 cani sono stati tratti in salvo, mentre nel mese di ottobre in totale 800. Ad aprile, invece, 520 pelosi sono stati salvati da un camion, che stava percorrendo l’autostrada tra Pechino ed Harbin nel nord. Soprattutto nel sud della Cina, nella provincia del Guangdong, il consumo di carne di cane è abbastanza praticato e aumenta in particolar modo nel periodo delle feste. A tal proposito, i volontari cercano di bloccare il fenomeno, controllando le strade. Alcuni giorni fa, anche, la Marina thailandese ha salvato dal massacro circa 750 cani, vittime di un traffico di animali e destinati ad essere trasformati in pietanze nei ristoranti vietnamiti. Gli animali sono stati trovati, tutti ammassati, all’interno di 60 casse nella provincia di Nakhon Phanom. Sempre in Thailandia, lo scorso agosto, la polizia ha scoperto un migliaio di cani rinchiusi in gabbie destinati un’altra volta alle tavole del Vietnam. Anche qui, infatti, la carne di cane è, ancora, considerata un alimento raffinato. Secondo cifre recenti diffuse dalla polizia thailandese, un amico peloso può essere venduto per circa 33 dollari.