Cinoresponsabilità
23 aprile 2013
4 min

Cinoresponsabilità

Cammino avendo al mio fianco un cane da parecchi anni ormai, la mia storia è la stessa di molte persone: sposi la comune teoria che quelli con un cane sono strani e da evitare perché potenzialmente pericolosi; poi arriva, nel mio caso una lei, una trovatella che ti fa capire di aver sbagliato completamente valutazione.

Adesso sono entrata anch’io nel mondo di “quelli che hanno un cane”, di quelli che se ne assumono oneri e onori, che sanno di essere responsabile del loro amico peloso a 360 gradi. Queste righe vorrebbero raccontare la storia che noi “cinoamatori” conosciamo bene, ma che fuori dal nostro mondo non fa scoop, la storia di quelli che hanno un cane pacifico, che non dilanierebbe mai nessuno con i suoi morsi, di quelli che raccolgono le fantomatiche deiezioni, di quelli che fanno attività sportiva con il loro amico peloso ma non lo abbandonano quando ormai è vecchio e, agonisticamente, “non serve più”, di quelli che vorrebbero andare in vacanza, uscire la sera, andare a fare compere con il proprio cane e si vedono chiudere le porte di negozi, alberghi, spiagge, ristoranti, parchi, etc…

In altre parole la storia che noi “persone con un cane” viviamo quasi quotidianamente, succubi di una stampa impietosa che racconta di cani-belve, pronti ad ammazzare qualunque essere bipede passi accanto alla loro proprietà, vittime di un silente razzismo nascosto dalla risposta più comune: “No, il cane potrebbe dare fastidio agli altri ospiti”, schiavi di una lista di “cani pericolosi” che esiste ancora, viva, nella memoria delle persone.

Vorrei usare questo spazio per dire che la nostra storia è diversa, che noi non vogliamo ammazzare nessuno, che il mio cane non è pericoloso perché il mio cane vive con me, perché credo nella cinofilia consapevole, perché mi fa rabbia pensare che porto i miei figli su spiagge o montagne sporcati, inquinati, resi invivibili non sicuramente dal mio cane ma da esseri umani (gli stessi che legiferano, dicendo “no” al cane come membro della società) che consentono lo scarico nei mari, che lasciano distese di rifiuti sui pascoli, che fanno finta di non vedere i combattimenti clandestini, che hanno costruito intorno al cane un alone di “stregoneria malefica”.

Gira in questi giorni la storia di un anziano pastore tedesco che ha salvato il suo padroncino a scapito della sua vita, ma la gente parla del signore dilaniato dal cane del vicino, raccontano i giornali dei brillanti risultati della pet therapy negli ospedali, ma alcuni genitori dicono ancora i loro figli “Non fare i capricci o ti faccio mordere dal cane”: IL MIO CANE NON MORDE NESSUNO, tantomeno a comando, tantomeno i bambini! Vorrei poter dire a tutti quelli che in questi giorni, con voce cordiale, mi hanno risposto “No signora, le bestioline non le accettiamo”, oppure “No signora, in spiaggia non può andare con il cane, neppure sul lungomare e nemmeno nei locali, ma c’è un’area attrezzata a 5 km dal paese dove può farlo correre”, che al loro “No” corrisponde il mio “No”, che appena fuori dal confine italiano il mondo è decisamente più semplice e, per quanto, possa essere nazionalista le mie vacanze (e di riflesso i miei soldi) mi vedo costretta a spenderle all’estero….

Vorrei poter dire facciamo qualcosa per dimostrare che la stampa scandalistica purtroppo c’è ma è una minima parte della realtà cinofila, dietro gli articoli che in questi mesi riempiranno le pagine di cronaca esiste un mondo buono, fatto di gente che ama il proprio cane, che sa gestire il proprio cane, che lo conosce e lo controlla, ma che soprattutto non lo abbandonerebbe mai a se stesso!