Confermate le condanne per i vertici di Green Hill
4 ottobre 2017
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Confermate le condanne per i vertici di Green Hill

attualità

Confermate dalla Cassazione le condanne per i vertici di Green Hill, l’allevamento di cani Beagle chiuso a Montichiari, nel Bresciano, nell’estate del 2012: un anno e 6 mesi per il co-gestore della struttura, Ghislane Rondot, e per il veterinario Renzo Graziosi, e un anno per il direttore dell’allevamento, Roberto Bravi. È stata così confermata la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Brescia il 23 febbraio 2016.

Secondo le accuse nell’azienda si praticava “l’eutanasia in modo disinvolto, preferendo sopprimere i cani piuttosto che curarli”. Non solo, ma tutto questo andando anche “in senso diametralmente opposto alle norme comunitarie e nazionali”. 

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Nel 2012 l’allevamento fu denunciato e i 2.636 cani furono sequestrati. Questo anche in seguito ai blitz di alcuni di alcuni animalisti, in seguito dei quali furono liberati diversi cuccioli. Ne seguirono due processi condotti dal Tribunale di Brescia. Ed è così che i vertici di Green Hill furono condannati per “maltrattamenti e uccisioni senza necessità”, sia in primo grado sia in Appello. Oltre alle condanne adesso confermate dalla Cassazione, allora fu stabilita anche la sospensione dell’attività per due anni e la confisca dei cani. Roberto Bravi fu condannato, inoltre, al risarcimento delle spese.