Fia e Mosca, la storia di un clochard e del suo amico a quattro zampe: lui muore e il cane non lo vuole lasciare
8 gennaio 2014
2 min

Fia e Mosca, la storia di un clochard e del suo amico a quattro zampe: lui muore e il cane non lo vuole lasciare

amicizia amore

Fia, un barbone di origine iraniana molto apprezzato nella città di Palermo, in cui da tre anni si era stabilito, dopo una vita agiata in giro per il mondo. Mosca, il suo fedelissimo cane meticcio, raccolto per strada quando ancora era un cucciolo. La loro, un’unione solida e straordinaria, fino a quando il clochard – alcuni giorni fa – non è stato trovato morto, probabilmente a causa del freddo e degli stenti di quella vita che lui stesso aveva scelto di condurre. C’è, invece, chi sostiene sia morto d’infarto. Sta di fatto che improvvisamente il povero cagnetto, assieme a un altro amichetto peloso di nome Guci, si è ritrovato solo e senza il suo amatissimo padrone. Ma fino a quando l’uomo non è stato rinvenuto dai passanti, che numerosi quotidianamente attraversano la via in cui è avvenuto il decesso, l’animale ha vegliato sul suo corpo. Poi la separazione dolorosa. Adesso il quattro zampe è depresso, un po’ meno Guci, che solo da recente viveva con Mosca e Fia. I due cagnetti sono stati portati in canile. Una storia molto triste che pian piano sta commovendo l’Italia intera, ma in realtà più comune di quanto si possa immaginare, perché purtroppo sono numerosi i clochard che vivono per le strade italiane, in compagnia di un amico a quattro zampe. “Una persona speciale. Si pensa – racconta Giusy Caldo dell’associazione ADA, che si recava per aiutare i cagnolini – fosse un biologo o forse era solo molto preparato su questi argomenti. Sempre in ordine, pulito, con tanta dignità. Una persona speciale. A chi gli portava alimenti carnei o latticini, lui – aggiunge la volontaria, così come si legge in un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa GeaPress ringraziava ma faceva presente che dava ai suoi cani”. Fia, infatti, era vegano e diceva sempre: “Con tutto il cibo che esiste…perché cibarsi dei nostri fratelli animali? No buono…no buono!”. Di lui si occupavano sia i volontari animalisti sia quelli dell’associazione Gli Angeli della Notte. In tutti loro ha adesso lasciato un gran bel ricordo. Per quanto riguarda, invece, i due cagnetti che vivevano con lui, alcune persone si sono già fatte avanti per adottarli, ma i volontari sono molto severi per l’adozione. Giustamente vogliono evitare loro un altro trauma. Speriamo che trovino presto qualcuno di buon cuore all’altezza di Fia, il loro amatissimo padrone.