I cani militari “in pensione” possono rimanere con i loro conduttori
4 giugno 2020
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I cani militari “in pensione” possono rimanere con i loro conduttori

attualità

Buona notizia per i cani militari che vanno “in pensione” e per chi li ha condotti fino a quel momento: una volta terminato il “servizio” per cui sono stati addestrati, saranno assegnati in via prioritaria al militare che li ha affiancati e potranno anche fruire di assistenza veterinaria per un massimo di 1.200 euro l’anno. La notizia è stata resa nota dal sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, rispondendo a un’interrogazione alla commissione Difesa della Camera.

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Stando a quanto riportato da ansa.it, il decreto legislativo 173 prevede che, una volta che i quattro zampe non sono più in grado di garantire gli standard richiesti dall’impiego e vengono riformati con deliberazione di una apposita commissione e ne viene autorizzata la cessione, “il personale militare conduttore dei cani delle Forze armate riformati, in quanto non più idonei al servizio, possa ottenerne, in via prioritaria, la cessione a titolo gratuito”. Ecco perché questa decisione: “Ciò consente – spiega Tofalo – di assicurare al Military Working Dog la necessaria tutela e il dovuto riconoscimento per il servizio reso e costituisce un significativo ausilio anche per il militare che, in virtù del legame instauratosi con il proprio partner operativo, ha inteso continuare a prendersene cura”.