I cani sono come i bambini e….vengono trattati come tali! Lo rivela uno studio
27 giugno 2013
3 min

I cani sono come i bambini e….vengono trattati come tali! Lo rivela uno studio

amicizia
Secondo una ricerca pubblicata su Plos One e condotta dal Messerli Research Institute di Vienna, la relazione che i proprietari di cani vanno a instaurare con i propri beniamini a quattro zampe sarebbe identica a quella che i bambini formano con i propri genitori. Sarebbe proprio questo tipo di rapporto, una volta cresciuti, a determinare il carattere dei bimbi. Considerato ciò, i ricercatori – si legge in un articolo pubblicato sul sito web greenstyle.it – hanno voluto indagare se una simile relazione sussiste anche nel rapporto tra cani e proprietari. Per fare ciò, gli studiosi hanno diviso alcuni cani in tre sottogruppi a seconda dell’interazione con gli umani: quello del “proprietario assente”, quello del “proprietario silente” e quello del “proprietario incoraggiante”. A ogni peloso di questi gruppi è stato, quindi, richiesto di compiere delle facili azioni, come l’interazione con un giocattolo, a seconda della presenza del proprietario, ricompensandoli con del cibo qualora avessero seguito correttamente le indicazioni. Ne è emerso che i quattro zampe sembrano molto meno entusiasti quando i loro proprietari non sono presenti. Il silenzio e l’incoraggiamento, invece, fanno poca differenza. In poche parole, alla presenza del proprio proprietario, i cani tendono a portare a termine il compito loro assegnato e a ottenere la ricompensa offerta, sia che la persona in questione li incoraggi sia che rimanga completamente in silenzio. 
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 Questo per un aspetto chiave del legame che si viene a formare tra Fido e il suo amico bipede, come pure tra genitori e figli, ovvero l’effetto base sicura: i neonati e i bambini piccoli usano l’adulto come una base sicura quando si tratta di interagire con l’ambiente e così fanno, anche, i cani. Per confermare questa tesi e come controllo, si è poi deciso di sottoporre il gruppo del “proprietario assente” alla presenza di persone estranee, per comprendere se sia l’interazione con qualsiasi umano a far da stimolo o se debba essere preesistente un vincolo di fiducia fra i due. Così come ipotizzato, i cani non hanno interagito particolarmente con gli estranei e non hanno portato a termine i loro esercizi, evidenziando come la mancanza di sicurezza abbia una certa influenza sul loro comportamento. Sono la fiducia e il senso di protezione a spingere al coraggio e all’esplorazione, proprio come avviene con i bambini. I ricercatori che hanno condotto lo studio annunciano adesso l’avvio di altre ricerche per approfondire come tale comportamento si sia evoluto nei cani.