Cani e persone hanno una struttura cerebrale simile e soffrono delle stesse anomalie neurologiche. A rivelarlo – si legge in articolo pubblicato sul sito web lifestle.tiscali.it – è uno studio dei veterinari della Tufts University e dei ricercatori del McLean Hospital di Belmont (Usa) pubblicato su “Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry”. Un lavoro che ha lo scopo di trattare i meccanismi alla base dei disturbi ossessivo compulsivi. Molto spesso, infatti, si vedono amici a quattro zampe che si leccano insistentemente il fianco, fino a provocarsi delle ferite oppure che succhiano con una certa energia la lana o la stoffa del divano. Sono tutti sintomi che possono colpire i cani particolarmente stressati e ansiosi. Disagi che possono portare anche a forme di autolesionismo, come mordersi la coda. Atteggiamenti che si riscontrano, in modo “umanizzato”, anche nelle persone che soffrono – per l’appunto – di disturbi ossessivo compulsivi. «I cani, come le persone, cercano di risolvere le proprie problematiche conflittuali – spiega all’Adnkronos Salute Raimondo Colangeli, veterinario comportamentalista e vice presidente dell’associazione nazionale medici veterinari (Anmvi) – con una produzione di endorfine generata, nel loro caso, leccandosi il fianco insistentemente fino a provocarsi delle ferite o mordendosi la coda, sintomi di disturbi ossessivo compulsivi”. In particolare, lo studio ha analizzato e sottoposto a diagnostica per immagini 16 esemplari di Dobermann, rivelando le stesse anomalie del cervello già verificate nell’uomo. “Le persone con disturbo ossessivo compulsivo mostrano comportamenti ripetitivi o pensieri persistenti che interferiscono con le attività quotidiane – avvertono i ricercatori – e i cani con questa tipologia di disagio hanno le stesse manifestazioni ripetitive e distruttive, ad esempio si leccano e si sfregano i fianchi fino a farli sanguinare”. Tali disagi – continua a spiegare Colangeli all’Adnkronos Salute – “possono essere curati, come nell’uomo, con i farmaci e l’aiuto di una terapia comportamentale. Ovvero, intervenendo anche sulla relazione con il proprietario e lavorando con l’animale per ristabilire il suo equilibrio etologico”. Secondo l’esperto, a soffrire di più dei disturbi ossessivi sono i cani piuttosto avanti con gli anni, ma non sembra esserci alcuna differenza tra i maschi e le femmine e neanche tra le varie razze. «Può accadere – precisa – che un proprietario molto ansioso o stressato comunichi questi disagi al proprio cane, animale sociale per eccellenza, quindi dobbiamo osservare e valutare anche questo aspetto migliorando gli aspetti più critici». Per questo è importante lavorare, anche, sul binomio cane-proprietario.