Il cane inserito in un sistema umano
11 aprile 2010
3 min

Il cane inserito in un sistema umano

Con il termine sistema si intende un insieme di elementi e di interazioni tra questi ultimi, che si basa sia sugli individui che lo compongono sia sulle regole interne e sui mezzi utilizzati per mantenere l’equilibrio. Per quanto riguarda il cane inserito in un gruppo umano (famiglia) si sono susseguite nel tempo varie teorie sul sistema gerarchico che si instaurerebbe al suo interno. In un primo tempo sono state attribuite al sistema cane-famiglia le stesse regole che governano l’organizzazione gerarchica di un branco di lupi: 1. TEORIA DEL BRANCO Questa teoria si riferisce alla struttura sociale gerarchica dei branchi di lupi geneticamente ereditata di generazione in generazione. Il cane, in base a tale teoria, agirebbe secondo i moduli comportamentali del lupo suo progenitore. Quindi, esso, inserito in una famiglia, riconoscerebbe i membri come soggetti della propria specie e tenderebbe a competere con loro per determinare un “capo branco” ed i soggetti di rango via via inferiore. Ovviamente il proprio status sarà determinato dai risultati delle competizioni e dipenderà dal proprio grado di dominanza, ovvero dalla tendenza a competere per ottenere posizioni superiori della scala gerarchica. Secondo questa teoria il cane cerca di sottometterci e sta a noi evitare che ciò accada. Coloro che la mettono in atto sono portati a sottomettere l’animale con ogni mezzo disponibile; spesso questo comportamento si traduce in picchiare il cane o prendere per la collottola il cucciolo e scuoterlo, ecc. In realtà, essi sono solo maltrattamenti che hanno un unico effetto: spaventare l’animale, ed incrinare una eventuale precedente relazione. Tale teoria è nata negli anni ’50 con l’osservazione di branchi di lupi non selvatici ma in cattività. Questi stessi comportamenti vennero poi attribuiti al cane, ma in natura questa linea gerarchica (individuo alfa, beta, ecc.) non è così definita: infatti, a seconda della situazione, possono prevalere gli uni o gli altri individui; ovvero la leadership non è determinata ma variabile. Così, ben presto la teoria del branco è stata oggetto di critiche, da parte di studiosi, basate sul fatto che essa si fonda sul principio del “comando sugli altri”, cosa che viene ritenuta impossibile nella capacità di percezione degli animali, ma che purtroppo rimane nella mentalità di chi accetta e diffonde i metodi coercitivi. Una teoria scientificamente provata invece è: 2. TEORIA DEL POSSESSO (nata intorno agli anni ’70, ’80) Secondo questa teoria l’obiettivo della competizione all’interno di un gruppo sociale è la conquista o il mantenimento del possesso di risorse, essa sarebbe governata da una strategia valutativa delle abilità reciproche. Nel 1974 Parker introduce il concetto di “potenziale del possesso delle risorse” (ppr), come segno delle abilità a competere. Durante la competizione i due contendenti valutano il reciproco ppr e quando la valutazione dell’altrui ppr risulta superiore, il soggetto manifesta un segnale di deferenza (come alzare la zampa o mettersi seduto o a terra), che equivale al nostro chiedere “per favore”. La deferenza di un contendente rispetto all’altro determina la fine ed il risultato della competizione. L’esito consiste nella conquista o mantenimento della risorsa da parte di chi è stato valutato maggiormente abile. In conclusione, insegnare a chiedere, Teach to ask, è una strategia molto efficace, che consiste nel consegnare risorse di cui si ha il controllo solamente in seguito ad un segnale di deferenza del cane (es. la persona tiene in mano una ciotola o una pallina e aspetta che il cane si sieda prima di dargliela). Questo apprendimento può essere generalizzato ai vari contesti relazionali rendendo più semplice la gestione del cane ed evitando problemi comportamentali legati alla cosiddetta dominanza.