La disavventura di un cane trovatello
9 marzo 2011
2 min

La disavventura di un cane trovatello

Elisabetta, una professionista che vive e lavora a Roma una settimana fa, mentre tornava a casa, ha notato un meticcio di colore marrone che si aggirava pericolosamente lungo la carreggiata della via Ostiense e si è fermata per metterlo al sicuro. Il cane non aveva medaglietta e il guinzaglio sembrava strappato. Non potendolo tenere, si è diretta al canile della Muratella dove le è stato risposto che non potevano prendere in custodia un cane senza microchip e senza tatuaggio e che se l’avesse lasciato sarebbe stata denunciata.
Sconcertata, Elisabetta si reca nella stazione dei Carabinieri della Magliana. I militari si sono molto impegnati, hanno richiamato la Muratella dove all’una non rispondeva più nessuno, e altri canili ma non c’è stato verso, le strutture erano tutte piene. La signora fa visitare privatamente il cane da un veterinario che si è subito accorto del tatuaggio del cane, cosa che non aveva notato il veterinario della Muratella. Con una colletta tra amici, Elisabetta porta il cane in un ricovero privato a pagamento. Come da ordine di servizio, da ottobre 2008, solo i cani feriti, malati, tatuati o microchippati, a disposizione dell’autorità giudiziaria o pericolosi per l’incolumità pubblica possono entrare presso il canile del comune di Roma. È stata soppressa, infatti, la lista di attesa che i volontari gestivano e che consentiva di offrire un servizio ai cittadini, permettendo ai cani trovati da chiunque di entrare in canile non appena si liberava un posto in una gabbia.