La fine misteriosa dei cani deportati in Germania: Aidaa lancia allarme
13 settembre 2012
3 min

La fine misteriosa dei cani deportati in Germania: Aidaa lancia allarme

adozione

Cani randagi rastrellati e inviati in Germania in condizioni precarie e illegali. Le spedizioni hanno l’apparente scopo di favorire le adozioni internazionali, ma in realtà non si bene che fine facciano poi tutti questi poveri pelosi: del 60 per cento di loro si perde traccia una volta attraversato il confine. L’allarme è stato lanciato, attraverso un comunicato, dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), che chiede l’intervento dei Carabinieri del Nas del ministero della Sanità, affinché siano fatti tutti i controlli del caso. Ciò che si teme, infatti, è che le centinaia di esemplari che ogni mese raggiungono la Germania facciano un’atroce fine nei laboratori di vivisezione. Secondo quanto riferito da Aidaa, le associazioni che operano sotto copertura di fiduciari italiani sarebbero diverse, ma tutte riferibili a persone di nazionalità tedesca o austriaca che vivono in Italia. I sistemi utilizzati per i rastrellamenti sono due. Il primo, usato specialmente nelle regioni del Sud Italia, consisterebbe nel contattare direttamente i proprietari dei canili privati, per proporre loro viaggi di circa 60-70 cani al mese verso la Germania. Un vero e proprio giro d’affari, che frutterebbe in media dai 10 ai 30 euro a cane, per un incasso totale di oltre 100.000 euro l’anno per ciascun canile. Il secondo metodo invece, diffuso in particolar modo nel Lazio e in altre regioni meridionali, sarebbe stato messo a punto da una signora di origine austriaca, nota per organizzare questo tipo di viaggi. La donna si rivolgerebbe direttamente ai sindaci dei comuni italiani in cui c’è un alto tasso di randagismo, per proporre loro la soluzione a questo scomodo problema, intestandosi o intestando a nomi compiacenti questi pelosi, per poi portarli in Germania. Il tutto avverrebbe, senza tener minimamente in considerazione la legge 281/91, tramite convenzioni dirette tra l’organizzatrice dei viaggi e i sindaci dei comuni italiani coinvolti. Sempre secondo quanto riportato dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente sul proprio blog, per non destare troppi sospetti, alcuni cani sarebbero davvero dati in adozione una volta giunti su territorio tedesco, tutti gli altri dalle strade passerebbero direttamente ai laboratori di vivisezione. Non solo. Molti degli uomini senza scrupoli che attraverso i loro complici italiani vanno in cerca delle zone adatte dove rastrellare i cani, nel frattempo, in Germania, lanciano campagne europee contro i canili lager dell’Italia meridionale per mostrare la loro buona fede e l’amore che nutrano verso gli animali. Tutte cose che assolutamente non hanno.