I Labrador sarebbero geneticamente predisposti a ingrassare. Parola di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Cambridge sotto la guida di Eleanor Raffan e Giles Yeo, secondo cui – si legge in un articolo pubblicato su repubblica.it – più di un quinto degli esemplari appartenenti a questa razza è portatore di una mutazione del Dna che inibisce il senso di sazietà.
Per giungere a tal risultato, gli studiosi hanno preso in esame 18 cani longilinei e 15 obesi, concentrandosi su tre geni che nei topi avevano dimostrato di essere correlati all’obesità. Così facendo, si è scoperto che nei Labrador obesi è molto comune la mutazione di uno di questi geni, in particolare quello denominato POMC. Tale mutazione – si continua a leggere nell’articolo – altera la produzione nell’organismo di sostanze chimiche che, in condizioni normali, consento al cervello dell’animale di percepire la quantità di grasso accumulato.
Successivamente, i ricercatori hanno esteso lo studio ad altri 310 Labrador, notando che chi presentava una copia della mutazione pesava 1,9 chili in più rispetto alla media, mentre chi ne presentava due 3,8 chili oltre la media. Inoltre, si è scoperto che tali mutazioni sono più frequenti negli esemplari addestrati per l’assistenza ai non vedenti, probabilmente per via del training basato su ricompense di cibo. Sono state prese in considerazione anche altre razze di cani, ma l’unica in cui è stata riscontrata la mutazione del POMC è stata quella dei flat-coated retriever.
Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Cambridge apre adesso nuove prospettive per la cura dell’obesità, poiché il meccanismo osservato nei Labrador – secondo gli studiosi – potrebbe in qualche maniera essere simile a quello che si verifica negli umani.