Per giungere a tali risultati, gli autori dello studio hanno messo a confronto la muscolatura facciale di 33 cani con quella di 13 esemplari di lupo selvatico. Così facendo, sono emerse alcune differenze nei muscoli che circondano gli occhi e le sopracciglia, che permettono alcuni determinati movimenti, come quello che fa assumere uno sguardo molto simile a quello dell’uomo quando prova tristezza, che rendono il cane molto espressivo. Da tutto ciò gli studiosi hanno tratto la conclusione, secondo cui “siamo stati proprio noi esseri umani a partire dall’addomesticazione del cane più di 33.000 anni fa – hanno fatto sapere, come riporta ansa.it – a indirizzare in qualche modo l’evoluzione della loro espressività nel segno di una maggiore capacità di comunicazione con l’uomo. In questo modo, grazie alle nostre preferenze – hanno concluso gli esperti – abbiamo contribuito in modo indiretto a rendere il loro sguardo particolarmente espressivo”.