l’UE appoggia Green Hill
15 dicembre 2011
2 min

l’UE appoggia Green Hill

Perché Green Hill non chiude nonostante le 18.000 firme raccolte e consegnate al Ministro della Salute, mesi di presìdi, il proliferare di comitati, il malore di un attivista che versa in gravi condizioni e le minacce di morte al comandante della polizia locale di Montichiari?

L’allevamento Green Hill di Montichiari (BS), ultimo in Italia di cani destinati alla vivisezione, non può attualmente essere chiuso a causa della normativa nazionale sulla vivisezione (legge n. 116 del 1992) che peraltro prevede l’immissione in commercio dei prodotti testati solo prima di un’ulteriore sperimentazione sugli umani.

La legge in oggetto discende dalla ricezione da parte della nostra normativa di una direttiva dell’unione europea che consente la sperimentazione a fini scientifici e quindi la modifica o l’abrogazione della legge n. 116 porrebbe l’Italia a rischio di sanzioni con l’obbligo di dover fare un passo indietro.

Elena Zanola, sindaco di Montichiari, nei giorni scorsi si era recata a Roma con altri amministratori comunali per la consegna delle 18.000 firme raccolte dal Comitato per la chiusura di Green Hill, consegnandole al ministero della salute.

Il sindaco riferisce che “il ministro ci ha spiegato che spetta a Bruxelles cambiare le norme, e paradossalmente un divieto nazionale alla sperimentazione cruenta su animali esporrebbe l’Italia a rischio sanzioni”, come la stessa Zanola sostiene sia avvenuto in precedenza con una legge della regione Emilia Romagna che aveva messo al bando gli allevamenti di cavie.

È più di un anno che cittadini, associazioni animaliste, comitati, personaggi pubblici, trasmissioni televisive, sindaci, parlamentari e ministri chiedono la chiusura dell’allevamento di Green Hill con il paradossale risultato che il comune non può chiuderlo perché serve una legge nazionale ed il Parlamento non può modificare la legge in deroga ad una direttiva comunitaria onde incorrere in sanzioni.

Dall’inizio della vicenda la protesta ha assunto connotazioni dai toni sempre più forti mettendo a rischio l’ordine pubblico nella cittadina di Montichiari, la salute dei manifestanti e arrivando negli ultimi giorni alle minacce di morte del comandante della polizia locale.

Se la situazione è in una fase di stallo e, come sostiene il Ministro della Salute, la chiusura di Green Hill dipende dalla modifica di una direttiva comunitaria, forse la strategia di presidiare Montichiari potrebbe non essere la più efficace, considerando le decine di manifestazioni e gli assalti alla struttura effettuati da aprile 2010.