Mantova, cagnolina incaprettata e gettata lungo le rive del Po: è caccia al colpevole
15 gennaio 2014
2 min

Mantova, cagnolina incaprettata e gettata lungo le rive del Po: è caccia al colpevole

maltrattamento
L’ennesima raccapricciante storia di maltrattamento nei confronti dei nostri amici a quattro zampe giunge, questa volta, dalla provincia di Mantova: la carcassa di una meticcia, simile a un volpino, è stata rinvenuta sabato scorso lungo le rive del fiume Po – in località Sabbioncello, a Quingentole – con le zampette posteriori legate con una corda e poi girata attorno al collo. In poche parole, la cagnetta è stata ritrovata incaprettata. Non ha né microchip né tatuaggio, ma l’età non giovanissima potrebbe averne cancellato le tracce. Perché riservarle un destino così crudele appare inspiegabile, ma le guardie ecozoofile dell’Anpana (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente) hanno già avviato un’indagine per identificare il proprietario, anche se la ricerca non sarà facile. Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato sulla Gazzetta di Mantova, le cause della morte della cagnolina sarebbero naturali – così ha dichiarato il veterinario che ha eseguito una prima ispezione – ma l’autopsia non è stata ancora eseguita. A un primo sguardo, a parte i segni lasciati dalla corda nelle zampe posteriori e nel collo, l’animale non sembra presentare altri evidenti traumi. Ciò potrebbe essere riconducibile a più ipotesi, la più spregevole quella per cui la cagnetta sarebbe morta per soffocamento. Magari qualcuno potrebbe essersi disfatto di lei quando era ancora in vita oppure ammalata. Può darsi che chi si sia voluto liberare del meticcio, abbia prima atteso che morisse (forse la sua morte è avvenuta altrove) e poi lo abbia incaprettato per lanciarlo nel fiume. Così è finito seminascosto sotto una catasta di rami trasportati alla riva del Po dalle stesse acque del fiume. Qualunque sia l’ipotesi esatta, in ogni caso il gesto compiuto verso questa povera creatura a quattro zampe rimane spregevole e assolutamente da condannare. Ad avvistare la povera bestiola, sabato mattina, è stato un uomo che stava portando a spasso il cane in località Sabbioncello. Dall’argine ha scorto quell’ammasso di peli bianchi sotto i rami e ha dato l’allarme. Adesso si attende che giustizia sia fatta.