Georg Ratzinger, fratello di papa Benedetto XVI, ha dato la sua benedizione a Otto, uno splendido esemplare di San Bernardo che sarà utilizzato come cane da catastrofe. La cerimonia si è svolta nella chiesa vecchia di Ratisbona, nel sud della Germania. Mons Ratzinger ha detto di essere felice di avere benedetto il cane perche, ha detto, «aiutera la gente e la rendera felice». Ma da dove nasce il mito del San Bernardo? La sua leggenda l’ ha trovata sulla neve, le sue facoltà quasi medianiche gli consentono di segnalare in anticipo valanghe, maltempo e terremoti e la sua attitudine al salvataggio equivale alla disposizione dei cani da ferma alla caccia. Fu il leggendario “BARRY 1°” (vissuto tra il 1800 e il 1814) che fece attirare l’attenzione di molte persone su questa meravigliosa razza. Le sue prodezze fecero scalpore in tutta Europa: riuscì a salvare più di quaranta persone rimaste sepolte sotto la neve condannate ad una morte certa. I monaci dell’Ospizio del Gran San Bernardo iniziarono la loro opera di allevamento e di selezione, utilizzando nel lavoro di salvataggio esclusivamente cani a pelo corto. Nella parte alta del passo del Gran San Bernardo a 2.469 m sul mare nell’ XI secolo, dei monaci fondarono un Ospizio come asilo per viaggiatori e pellegrini. In quel luogo già dalla metà del XVII secolo venivano tenuti dei grandi cani da montagna per sorveglianza e protezione. La presenza di tali cani e iconograficamente documentata gia daI 1695 e per iscritto in un promemoria dell Ospizio nell anno 1707. I cani venivano presto impiegati come scorte e soprattutto come cani da salvataggio nella neve e nella nebbia. Le cronache pubblicate in molte lingue sulle vite umane stappate alla morte bianca da questi cani e i racconti verbali dei soldati che con Napoleone attraversarono il passo nel XIX secolo diffusero la fama del San Bernardo (allora chiamato Barry-hund) in tutta Europa.