Pericolo randagismo, l’Anmvi: «Fatto inaudito»
6 marzo 2012
2 min

Pericolo randagismo, l’Anmvi: «Fatto inaudito»

I recenti casi di aggressione da parte di cani stanno alzando un grosso polverone riguardo alla gestione del fenomeno del randagismo in Italia. Ed è subito polemica e caccia al responsabile. «Che in Italia – interviene l’Associazione nazionale medici veterinari italiani – il randagismo sia diventato un pericolo per la vita dei cittadini è un fatto inaudito». Per l’Anmi, che si appella al ministro della Salute, Renato Balduzzi, «questa degenerazione ha precise responsabilità politiche e amministrative: l’inadeguatezza delle misure legislative sul randagismo è palese e dopo la sospensione al Tar dell’Ordinanza ministeriale contro le aggressioni canine non sono vigenti norme efficaci per la tutela dell’incolumità pubblica». Il problema del randagismo, purtroppo, è rafforzato dalla cattiva e sempre più diffusa abitudine di abbandonare i cani, con tutte le difficoltà che poi ne conseguono. «In Italia si preferisce affollare i canili – prosegue l’Associazione – trasferire con ‘voli di stato’ i randagi da un capo all’altro della Penisola e versare fiumi di denaro pubblico in un circolo vizioso di interventi parcellizzati e non sempre trasparenti, senza alcun controllo reale sulla popolazione animale». Secondo l’Amvi, il fenomeno del randagismo andrebbe combattuto «con azioni urgenti di contenimento della riproduzione», assieme pure «una strategia complessiva di prevenzione che faccia molto più affidamento sui veterinari». «È scandaloso – continuano i medici – che non si sia mai approntato un piano di emergenza come quello prospettato da quasi dieci anni dall’Anmvi: mettere in circolo tutte le strutture veterinarie private, adottare un piano sistematico di sterilizzazioni, adozioni dai canili, di rispetto della legalità e di prevenzione della proliferazione incontrollata degli animali di proprietà e senza proprietario. Con quanto è accaduto – concludono – l’Italia non sta dando prova di essere un Paese europeo civile». Sono due le vittime per aggressioni da parte di randagi registrate in questi ultimi giorni. Il corpo di un camionista siciliano di cinquant’anni, Vito Guastella, è stato ritrovato nel piazzale di una ditta di trasporti a Biscottino, tra Livorno e Pisa, dilaniato da un branco di cani. Qualche giorno dopo, nella periferia di Milano, sei randagi di grossa taglia hanno attaccato e sbranato un anziano di 75 anni, Gaeatano Gnudi, che stava raggiungendo la casa di amici. A Palermo, un pitbull è stato ucciso da un poliziotto con un colpo di pistola dopo aver aggredito due passanti e i loro cani: un quattordicenne è finito d’urgenza in ospedale. Adesso è caccia al proprietario.