Pet therapy: Isotta e Stefano, amore a "seconda vista"
23 agosto 2011
5 min

Pet therapy: Isotta e Stefano, amore a "seconda vista"

pet therapy

Isotta è una meticetta nata in una cascina del pavese il 15 settembre di tre anni fa; la sua nonna era una Jack Russel con un pedigree importante e forse da li lei ha preso tutta la fierezza del suo portamento; la sua mamma e il suo papà erano già una razza fantasia e da loro lei sicuramente ha ereditato tutte le altre immense qualità: socievolezza, simpatia e incondizionata voglia di conquistare tutti ma proprio tutti gli umani con i quali prende contatto . In effetti la sua qualità principale è proprio questa: capacità di diffondere affetto con pretesa di riaverlo in cambio.

Proprio per questo è stata scelta dalla sottoscritta per far parte della squadra dei cani dell’associazione “ConFido in un sorriso” (associazione di persone che si occupano di pet therapy), proprio per questa sua innata capacità a provocare sorrisi “umani”.

Stefano è un bellissimo ragazzo di diciotto con due splendidi occhi azzurri; anche lui è nato in provincia di Pavia ma con lui la natura o il buon Dio non sono stati particolarmente generosi; Stefano avrebbe tante cose da dire, ma non ci riesce; nella testa ha tanti pensieri che non riesce ad esprimere; vorrebbe correre, saltare giocare come gli altri ragazzi della sua età ma non ci riesce perché le sue gambe non lo reggono e lui ha paura ogni qualvolta sa che deve percorrere un percorso senza sostegni; per consolarsi tiene sempre tra le mani un fazzoletto bianco che non gli deve mai essere tolto.

Una volta dei medici hanno detto alla sua mamma che lui era un soggetto “autistico”; un altro giorno un medico che gli era sembrato immediatamente più simpatico degli altri aveva spiegato alla sua mamma che la sua malattia non era “l’autismo” ma un’altra patologia un po’ meno grave e per questo avrebbe avuto la possibilità di frequentare un centro vicino a casa dove poteva imparare tante cose dagli educatori e alla sera poteva tornare a casa per stare con i suoi familiari (un bellissimo ed efficientissimo centro diurno).

Il caso volle che proprio nel periodo in cui Stefano cominciava a frequentare il centro diurno, il direttore del centro decideva di approvare e dare attuazione ad un nostro progetto di pet therapy denominato “Un cane per amico”.

Al primo incontro Isotta arriva accompagnata dalla sua “collega” Bella (una meticciona di Terranova ) e me; come è sua abitudine Isotta fa il giro di quelli che lei sa distinguere come suoi pazienti e comincia il rituale della conquista: leccatine sulle mani, salto in grembo, mugolii per farsi notare e come al solito funziona… ma quando arriva vicino a Stefano… rimane scioccata. Quel bellissimo ragazzo non la guarda proprio anzi, quando lei prova a saltargli sulle gambe lui con un gesto nervoso la caccia via, preferisce tenere tra le mani quel fazzoletto bianco piuttosto che accarezzarla…

Stefano dal canto suo si chiede come mai quella bestiolina nera e piccola si interessa a lui e vuole andare sulle sue gambe; a lui sembrava di aver capito che i cani fossero animali “pericolosi” dai quali stare alla larga, ma allora come mai quelle due cagnolone procuravano tanta gioia agli altri ragazzi che erano lì che continuavano a ridere e sembrava si divertissero tanto quando Isotta e Bella davano la zampina o riportavano la pallina?

Mah, misteri della vita.

Isotta comunque non si arrendeva, nella sua testolina la colpa di tutte quelle carezza mancate era di quel fazzoletto che il ragazzo teneva tra le mani… forse era il caso di strapparglielo via.. sì quella era la soluzione da adottare e senza pensarci… tentò l’impresa.

“Noo!!!” il mio urlo le fece capire subito che quella non era la soluzione più adatta; Stefano si irrigidì ulteriormente nei confronti del cane e decise di andarsene dalla stanza.

Isotta aveva perso! Per la prima volta in vita mia ho visto la mia cagnolina veramente abbattuta. A questo punto ero un po’ in pensiero per il secondo incontro, perché comunque il rifiuto alle sedute anche solo di un utente non è mai un bel segno neanche per gli altri. Chissà come avrebbero reagito Stefano ed Isotta la seconda volta che si sarebbero visti?? Ancora una volta l’intuito canino mi ha veramente allibito!! Gli educatori del centro sono stati bravissimi a convincere Stefano a riprovare a partecipare all’incontro ed Isotta senza che io le dessi nessuna indicazione, dopo aver fatto il giro di coccole tra gli utenti, nel momento in cui ha riconosciuto il ragazzo gli si è letteralmente prostata ai piedi, ponendo in essere tutti i segnali tipici di pacificazione in attesa di qualche sua reazione. Dopo qualche minuto (che a me è parso interminabile) Stefano ha abbozzato un mezzo sorriso pronunciando a fatica il nome della cagnolina. In quel momento credo di aver provato la stessa emozione di quando mio figlio per la prima volta mi ha chiamato mamma! Stefano aveva capito i segnali di pacificazione che il cane gli aveva lanciato… Questa è stata veramente la prova vivente che molto spesso il linguaggio umano non è sufficiente o comunque esauriente per la comunicazione di certe emozioni.

Da quella volta il rapporto tra Isotta e Stefano è andato sempre più migliorando, al punto che giunti circa a metà degli incontri Stefano accettava in grembo Isotta e con la mano (oramai libera dal fazzoletto) la accarezzava riuscendo a rilassarsi. Ma non solo con il trascorrere degli incontri Stefano ha anche imparato a portare da solo al guinzaglio la cagnolina dimostrando di aver acquisito sicurezza anche nel camminare in un percorso privo di sostegni . Nel corso delle ultime lezioni spinto proprio dal desiderio di portare il cane con lui, Stefano si alzava dalla sedia da solo, mi veniva incontro urlando di felicità prendendomi il guinzaglio dalle mani per condurre il cane. Se questo non è amore…