Reggio Calabria, cade in un fusto di catrame: cane ucciso dall’indifferenza delle autorità
19 giugno 2012
2 min

Reggio Calabria, cade in un fusto di catrame: cane ucciso dall’indifferenza delle autorità

maltrattamento

Probabilmente voleva saltare un muretto, ma il suo intento si è ben presto trasformato in tragedia. Così, nella frazione di Sambatello a Reggio Calabria, un povero cane di taglia media è cascato all’interno di un barile pieno di catrame, rimanendovi intrappolato per ore. Ѐ accaduto lo scorso venerdì notte. Il peloso ha, quindi, iniziato ad abbaiare e a guaire, attirando l’attenzione di alcuni cittadini, che con numerose chiamate hanno cercato di avvisare dell’accaduto autorità, forze dell’ordine e Asl, senza ricevere però alcuna risposta. Solo dopo svariati e insistenti tentativi si è presentato, alla fine, un veterinario. Peccato che quest’ultimo, una volta accertata l’assenza del microchip, non abbia voluto salvare il povero trovatello a quattro zampe, lasciandolo morire tra atroci sofferenze e facendo rimanere senza parole le persone che si erano messe in azione per trarlo in salvo. Ѐ una storia che addolora e allo stesso tempo fa rabbia, perché non si può più tollerare che l’uomo si mostri ancora così insensibile e crudele nei confronti dei nostri amici a quattro zampe. Immediate le reazioni delle associazioni, che si domandano: «Dov’erano le istituzioni? Perché nessuno è intervenuto in soccorso di quella creatura?». «Colpisce la sostanziale indifferenza – si legge in una nota della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, alla quale aderiscono Enpa, Lav, Lega del Cane, Leidaa, Oipa, Chiliamacisegua – con cui le autorità preposte dalla legge a intervenire quando i cittadini segnalano la presenza di un animale in difficoltà, hanno lasciato morire questo povero cane. Fatti simili – conclude – non sono accettabili e denotano la più totale mancanza di civiltà e di sensibilità». Dal suo canto, l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, in rappresentanza della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, ha chiesto l’intervento della magistratura per individuare i responsabili e accertare eventuali estremi di reato nel mancato intervento di Asl e polizia locale: «Insomma, chi ha sbagliato, deve pagare. Non si può – spiega la donna – tollerare una simile indifferenza: in un Paese civile la vita di tutte le creature è un valore assoluto e un simile grado di arretratezza morale non rispecchia il grande cuore del Paese. E noi non daremo più tregua a chi svolge con superficialità e pressapochismo il proprio lavoro, causando la morte di animali indifesi». Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Geapress, il corpo del povero animale, lunedì mattina, si trovava ancora nel fusto di catrame, a liquefarsi sotto il sole cocente.