Roma, virus mutato provoca enteriti emorragiche: cuccioli e randagi i più a rischio!
5 dicembre 2012
2 min

Roma, virus mutato provoca enteriti emorragiche: cuccioli e randagi i più a rischio!

Il sospetto è che si tratti di una forma molto aggressiva di parvovirosi canina o gastroenterite virale, dovuta a una mutazione mediata da corvi e da cornacchie. A Roma, negli ultimi mesi, parecchi cani ne sono stati colpiti, sia che provengano da casa sia che si tratti di trovatelli a quattro zampe dei canili. Anzi, i più a rischio sembrano essere proprio i randagi, oltre che i cuccioli. I sintomi sono assai evidenti: profonda astenia, cioè senso di debolezza e fatica, associata a feci acquose miste con sangue e parecchia disidratazione. Il virus è stato individuato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio in otto carcasse di cani su 160 esaminate, le indagini di laboratorio «confermano la presenza di enterite emorragica da Parvovirus canino in 8 cani – spiega il dottor Francesco Scholl – e sono in corso ulteriori accertamenti per caratterizzare il ceppo virale». Tale agente infettivo è trasmesso per via orale o nasale attraversosi legge in un articolo pubblicato su repubblica.it – escrementi (un grammo di questi contiene 13 miliardi di particelle virali), vomito e urina di cani già infetti. Il piccolissimo virus che trasmette la parvovirosi canina è particolarmente infettante e virulento, capace di sopravvivere per lunghi periodi e di resistere alle varie soluzioni disinfettanti. «Caratteristica del Parvovirus – tiene a specificare Antonio Lavazza, virologo e morfologo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna – è la tendenza a mutare di continuo per sfuggire alla pressione immunitaria del vaccino. Il focolaio epidemico si spiega da un lato con la presenza di una popolazione canina scoperta dal punto di vista vaccinale, dall’altro con la circolazione del ceppo 2C», il più recente – apparso nel 2000 – dei tre ceppi di Parvovirus conosciuti. Importante, come sempre, è la prevenzione: «Ai primi sintomi portare subito il cane al Pronto soccorso, tenere aggiornato il calendario vaccinale nei cani adulti, vaccinare a partire dalle 8 settimane di vita evitando di portare i cuccioli in luoghi a rischio – consiglia su repubblica.it Anna Giannini, veterinario della clinica Etiopia di Roma – pulire e disinfettare con varechina terrazzi, giardini, ciotole e raccogliere le feci; le stesse misure igienico-sanitarie andrebbero rispettate nei canili e rifugi». Intanto, a Roma da alcune settimane i responsabili del canile comunale della Muratella hanno deciso di bloccare i nuovi ingressi, applicando le procedure di massima prevenzione: se non si presenteranno altri casi sospetti, di spera di riaprire in breve tempo.